Pitture murali dell'Oratorio di Pozzoveggiani
Gli affreschi antichi di San Michele nel panorama della pittura medievale
Dopo avere esaminato l’iconografia e descritto i resti superstiti di questa prima e più antica decorazione ad affresco del sacello, è necessario cercare nella pittura altomedievale e medievale, non solo del territorio veneto, dei momenti di contatto o almeno di confronto che permettano di stabilirne una collocazione cronologica e un orientamento stilistico. Analizzando il materiale bibliografico relativo alla chiesa di San Michele non ho potuto trarre vantaggio da alcuno studio relativo agli affreschi; manca infatti, una approfondita analisi che aiuti a sciogliere i numerosi dubbi relativi alla cronologia e allo stile pittorico. Ciò che emerge dalle varie pubblicazioni sulla chiesa è perlopiù un parere che trova concordi gli studiosi ad attribuire gli affreschi superstiti delle pareti nord e sud ad una datazione compresa tra X e XI secolo, quasi esclusivamente sulla base della presunta ricostruzione dell’edificio avvenuta tra questi due secoli. Bellinati, e insieme a lui Calore, nei suoi articoli pubblicati su San Michele affronta quasi sempre problemi circa le fasi evolutive dell’edificio nei secoli facendo riferimenti di tipo stilistico agli affreschi in modo generico, che si risolvono in un’attribuzione al periodo carolingio od ottoniano. Gli unici contributi che gettino una debole luce sono quelli di Semenzato che sottolinea l’estrema importanza di queste testimonianze pittoriche “che hanno un significato liturgico ben evidente e si riferiscono alle fasi più importanti della vita storica della chiesa”, ma che sono pure di difficile collocazione cronologica. Lo studioso pare propenso ad una datazione orientata intorno al X o XI secolo, lasciando tuttavia aperto il problema della loro cronologia per “mancanza di confronti con opere sicure”. Di diverso avviso è invece il contributo di Lorenzoni che attraverso un panorama della pittura veneta del medioevo arriva a citare in ultimo anche gli affreschi più antichi di Pozzoveggiani: “le lunghe e slanciate figure dalle vesti che si concludono con ampie pieghe rotondeggianti, da una parte sembrano ripetere tipologie ottoniane, dall’altra presentano un colore più pastoso, proprio in quelle pieghe corpose, che rimanda, in assenza di confronti pertinenti, piuttosto a una maturazione della struttura figurativa che si è definita ottoniana, però del XII secolo”. Ancora compaiono scarni contributi nelle bibliografie citati in poche righe e che sempre si limitano a datare in modo approssimativo gli affreschi al periodo carolingio od ottoniano, senza tuttavia dare spiegazioni stilistiche che illuminino tali affermazioni. Dunque, un punto che sembra mettere d’accordo la maggior parte degli studiosi che hanno scritto sugli affreschi più antichi di San Michele è quello di una datazione al periodo ottoniano, tra X e XI secolo, datazione suffragata, come già detto, dalla presunta epoca di ricostruzione dell’antico edificio absidato più che da confronti stilistici con altri cicli pittorici o decorazioni miniate. Dal momento che non è possibile trarre sufficienti informazioni dall’oratorio di Pozzoveggiani, data la sua persistente stratificazione nei secoli, l’unico metodo che possa offrire utili informazioni sulla storia di questo ciclo è quello del raffronto con decorazioni vicine sia stilisticamente sia geograficamente. Per iniziare questo percorso è utile partire dall’importanza che in queste terre del Veneto ha avuto l’occupazione longobarda nel corso della seconda metà del VI secolo: a questo periodo si può fare risalire l’inizio dell’Altomedioevo. Al 568 risale la presa di Cividale, a cui segue lo spostamento verso occidente che investe Treviso, Vicenza e Verona occupate da Alboino; Padova cadrà soltanto all’inizio del VII secolo. Delineare la storia della pittura altomedievale nel Veneto significa tenere ben presente l’occupazione longobarda della terra ferma e la continuazione della tradizione tardoantica. Numerosi ritrovamenti recenti testimoniano che si continuò a dipingere e a realizzare mosaici secondo lo stile tardoantico, non solo nel Veneto ma in generale in tutta l’Italia settentrionale. Jesolo, con i mosaici della basilichetta scoperta sotto la cattedrale, e Verona con le tombe dipinte del VII secolo, sono una chiara testimonianza di questo procedimento che vede il ripetersi di formule che avevano avuto un tempo un loro significato in un ambito culturale determinato. Verona e il suo territorio sono un centro di originalità e grande valenza nel periodo storico che vede la fine del dominio longobardo e l’inizio di quello carolingio.
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Pitture murali dell'Oratorio di Pozzoveggiani
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Informazioni tesi
Autore: | Patrizia Alunni |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Conservazione dei Beni Culturali |
Corso: | Conservazione dei Beni Culturali |
Relatore: | Andrea G. De Marchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 98 |
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