La questione palestinese: dalla Road Map ad Annapolis

Gli Accordi di Transizione, chiamati pure Accordi di Oslo II, rappresentano il “diritto basilare” che ha governato le relazioni tra Israele e Palestina. Tali accordi sono stati conclusi a Taba e firmati a Washington il 28 settembre del 1995 e prevedono la costituzione di un Consiglio legislativo palestinese, composto da ottantadue persone e presieduto dall’Autorità palestinese, stabilendo l’elezione di un presidente, a capo dell’Autorità Esecutiva, i cui componenti provengono quasi tutti dallo stesso Consiglio.
Viene, inoltre, stabilito il secondo periodo dell’autonomia palestinese, disponendo nuovi e più dettagliati compromessi per il trasferimento delle forze israeliane dalle aree della Cisgiordania e vengono poste nuove obbligazioni a carico di entrambe le parti. Israele è obbligata a permettere una forma di passaggio sicuro per i Palestinesi tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania; deve consentire la costruzione ed il servizio di un porto ed un aeroporto nella Striscia di Gaza; deve cooperare con i Palestinesi in materia di sicurezza e controllo dei confini e sulle questioni di ordine economico; deve dividere le tasse con l’autorità palestinese. Oltre ciò, viene richiesto che Israele presti la dovuta attenzione alle norme dei diritti umani internazionalmente accettati.
A loro volta, i Palestinesi hanno l’obbligo di riformare la Carta Nazionale Palestinese, eliminando gli articoli contro Israele ed antisemitici, in modo particolare quelli che inneggiano la distruzione di Israele. A ciò si aggiunge l’obbligo di combattere il terrorismo e di cooperare in materia di sicurezza.