Gli accertamenti tecnici irripetibili nel processo penale
Gli accertamenti tecnici non ripetibili compiuti dal difensore: la disciplina dell’art. 391-decies c.p.p.
La principale novità della Legge n. 397/2000 consiste nell’introduzione, nel tessuto codicistico, di una disciplina organica della modalità acquisitive, di documentazione ed utilizzabilità del materiale probatorio reperito. Le difficoltà interpretative di un istituto “problematico” qual è quello degli accertamenti tecnici non ripetibili, si intensificano in riferimento all’opportunità dettata dal Legislatore di estenderla anche ai soggetti privati nel contesto della più ampia disciplina delle investigazioni difensive, dando vita a una dialettica effettiva anche in riferimento alle prove non ripetibili. Nelle norme del codice non si afferma il potere del difensore di procedere a questo tipo di atti, che sono di gran lunga i più rilevanti nella materia, bensì ci si limita a trattarne in una strana collocazione nella norma dedicata alla “Utilizzazione della documentazione” delle investigazioni difensive.
L’art. 391-decies c.p.p. prevede una scarna disciplina che pone non pochi interrogativi all’interprete perché non risulta automatico mutuare la parallela normativa prevista dall’art. 360 c.p.p. per il pubblico ministero, a causa dell’ontologica diversità della parte pubblica rispetto alla parte privata e per le incrostazioni inquisitorie che non mancano di caratterizzare la piena espansione dell’istituto secondo quelle che erano le linee guida che l’hanno ispirata. Non è un caso che l’istituto, nel contesto della Legge n. 397/2000, non goda di propria autonomia e sia inserito, quasi incidentalmente, in un articolo che ne evidenzia immediatamente le difficoltà sul piano della spendibilità probatoria. Tanto per le interpretazioni emergenti dell’elaborazione giurisprudenziale quanto per le critiche della dottrina, la questione non è di così facile risoluzione dovendo scontare, per le ragioni poc’anzi evidenziate, una forte resistenza culturale che ha portato a restringere notevolmente l’ambito applicativo dell’istituto, che tendenzialmente è destinato a rimanere “terra del pubblico ministero”. Nonostante ciò, pur con i limiti in action il fatto stesso di prevedere la possibilità per la difesa di compiere atti destinati a divenire prova, costituisce la grande svolta e crea l’illusione della possibilità di realizzare un giudizio in linea con i parametri del giusto processo.
Inquadrare l’istituto degli accertamenti tecnici non ripetibili del difensore, comporta inevitabilmente l’esigenza di partire da una categoria di attività investigative definibile di carattere ricognitivo, presupponendo l’ingresso in luoghi rilevanti a fini investigativi per il suo espletamento. A tal proposito sono state disposte dalla nuova Legge due norme limitrofe, gli artt. 391-sexies e 391-septies c.p.p., la prima di carattere più ampio e generale e l’altra riservata a particolari tipologie di luoghi che richiedono una tutela rafforzata. L’art. 391-sexies c.p.p., attiene alla regolamentazione dell’accesso ai luoghi pubblici o aperti al pubblico, «per prendere visione dello stato dei luoghi e delle cose ovvero per procedere alla loro descrizione o per eseguire rilievi tecnici, grafici, planimetrici, fotografici o audiovisivi» che molto spesso costituiscono l’attività ancillare agli accertamenti tecnici, quale conseguenza della necessità di operare una valutazione tecnica su res individuate con l’attività anzidetta. Tale disposizione va integrata con le regole peculiari dettate nel successivo art. 391-septies c.p.p. qualora sia necessari accedere a luoghi privati o comunque non aperti al pubblico.
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Gli accertamenti tecnici irripetibili nel processo penale
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Informazioni tesi
Autore: | Beatrice Lucarelli |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giovanni Dean |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 181 |
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