Un cuore a metà...Gruppi di Parola: un sostegno ai figli adolescenti nelle separazioni
Funzioni genitoriali nello sviluppo morale dell'adolescente
Una delle migliori conquiste che avvengono nel periodo dell'adolescenza è l'apprendimento del bene universale, che avviene con l'acquisizione del pensiero formale e del percorso verso la formazione dell'identità. In questo periodo è l'adolescente che sceglie quell'insieme di teorie e valori che meglio rispecchiano i propri conflitti emotivi interni, generati dalla forte ricerca di indipendenza dalle figure familiari e dal controllo di una parte istintuale ancora molto presente. E' proprio in questo momento che egli manifesta però anche la maggiore conflittualità con il mondo degli adulti su ragionamenti che riguardano il bene e il male, l'uso della forza e delle guerre, la legittimità o meno di norme e leggi che governano (Varin, 2005). Kohlberg (1984), riguardo questo argomento, propone una tesi personale sulla relazione tra sviluppo morale e azione di stimolo da parte dello sviluppo cognitivo. Egli sostiene che non può esservi apprendimento di principi morali se questi non vengono compresi o creduti, aggiungendo che partecipare attivamente alla vita sociale e politica porta sicuramente al raggiungimento di uno sviluppo morale elevato.
Lo sviluppo di una morale nell'adolescente non può sicuramente non tener conto anche del periodo in cui egli vive e ricerche specifiche hanno dimostrato come l'uso indiscriminato che si fa oggi della televisione possa portare seriamente al disimpegno e alla ricerca di un benessere immediato, libero spesso da vincoli morali (Varin, 2005). E' indubbio che molti altri fattori concorrano alla realizzazione dello sviluppo etico e morale di un adolescente e tra questi, oltre alla vita sociale, soprattutto la relazione con la famiglia e il gruppo dei pari. Sono i comportamenti dei figli in questa fascia di età che generano più discussioni e scontri, dovuti a rivendicazioni verso l'autorità genitoriale su argomenti come le uscite e gli orari di rientro. E' proprio in questo momento che l'egemonia genitoriale comincia a vacillare, perchè spesso viene insidiata dall'influenza dei coetanei. Anche se spesso in passato si è cercato di attribuire maggiore importanza all'orientamento dell'adolescente verso il gruppo dei pari, è indiscutibile l'influenza esercitata dai genitori sullo stesso. Diventa obbligatoria una differenziazione, largamente condivisa, sulla scelta da operare e sulla relativa ricerca di sostegno: quando i giovani devono fare scelte che riguardano il tempo libero, il ricorso è sicuramente al gruppo dei pari, se invece gli argomenti riguardano la vita futura come scuola o lavoro, è sicuramente all'appoggio dei genitori che questi attingono, specie se in condizioni di stress o di disagio.
Secondo i primi concetti introdotti dalla Psicanalisi, il principale compito di un adolescente era quello di distaccarsi dai genitori attraverso una “necessaria” ribellione, poi definita individuazione, per la costruzione di un Sè competente e autonomo; in ogni caso il denominatore comune appare sempre lo stesso: un conflitto genitori-figli. La psicologia evolutiva introduce il concetto di regressione adolescenziale e ne spiega l'esordio affermando che in adolescenza assistiamo a due tipi di regressione, che possono interagire anche contemporaneamente: quella istintuale e quella dell’Io, che a loro volta danno vita a fenomeni distinti. Con la regressione istintuale l'adolescente torna a soddisfare alcune esigenze (come quella sessuale) con modalità che risalgono alla propria infanzia. La regressione dell'Io rappresenta invece un momento di crisi mentale con la realtà esterna, che può verificarsi ad esempio rivivendo vecchi traumi o con la presenza di situazioni traumatiche nuove come le separazioni o i divorzi.
La crisi vissuta dall'adolescente è dovuta al fatto che questi avverte una sorta di minaccia verso il proprio dominio sul mondo esterno, vissuto come particolarmente importante, ma anche verso l'integrità dell'Io e la propria identità. Entrambe queste regressioni possono agire anche contemporaneamente, spingendo così l'adolescente ad operare in maniera infantile verso i genitori, con ritorni a richieste di dipendenza e passività psicologica, che egli mal tollera (T. Senise, 1989). Nuovi studi, effettuati dai primi anni '80, hanno dato una nuova rappresentazione positiva dei rapporti tra adolescente e famiglia, con una famiglia molto differente da quella fino ad allora pensata e rapporti con molti meno contrasti e risvolti drammatici. I risultati di queste ricerche hanno infatti dimostrato percentuli alte (circa il 75%) di figli che provano ammirazione nei confronti dei genitori, con i quali hanno buoni rapporti e trovano sostegno emotivo nel nucleo familiare. Nel restante 25% degli adolescenti più dell'80% aveva vissuto relazioni problematiche ma queste, è stato dimostrato, lo erano già dall'infanzia.
Studi di Steinberg (2000) parlano di un cambiamento nelle “funzioni della famiglia” con figli adolescenti, ed indicano tre specifici passaggi:
1) da una fase di cura ad una di sostegno;
2) dal proteggere al fornire consigli e guida;
3) dalla socializzazione all'indicare la direzione.
Alcune di queste funzioni sempre più spesso vengono espletate dalla scuola e capita quindi che la famiglia si interroghi su come e quando tocchi a lei operare. Appare evidente che oggi i figli dopo la pubertà vivono in famiglia relazioni intime più soddisfacenti con i genitori, sperimentando una propria individualità, grazie anche alla concessione di una maggiore autonomia. Pur riconoscendo la “fisiologia” delle crisi e delle ribellioni, da una parte si incoraggiano i figli ad esprimere le proprie opinioni e dall'altra si rimarca l'importanza delle relazioni e dei legami (Cicognani, Zani 2003).
Riguardo l'importanza dei genitori nello sviluppo della futura personalità dell'adolescente, si ipotizza una relazione tra stili genitoriali e possibile sviluppo morale, con tipologie diverse di genitore:
− Autorevole
− Autoritario
− Indulgente
− Indifferente
Il primo caso comprende figure genitoriali aperte al dialogo, che utilizzano regole disciplinari nel rispetto dello sviluppo dell'autonomia dei figli, supportandoli emotivamente ed assumendosi la responsabilità dei loro comportamenti. In questo tipo di insegnamento ogni decisione viene presa dopo il confronto e il dialogo con figli che cresceranno con maggiore responsabilità e serenità, ma anche flessibili ai cambiamenti della vita. Uno stile autoritario valorizza l'uso di regole ed è poco propenso alla discussione ed al confronto. In queste famiglie, dove le regole non vengono spiegate ma imposte, le ribellioni adolescenziali vengono interpretate come una ricerca di autonomia emozionale, ma spesso invece rappresentano una frustrazione dei figli verso la mancanza di comprensione e di libertà. In questi casi il futuro dell'adolescente si prospetta quello di una persona dipendente dalle figure genitoriali, con una scarsa autonomia e capacità di decisione unita a deresponsabilizzazione. I genitori indulgenti sono poco invadenti nella vita dei figli, ai quali concedono massima libertà e difficilmente impongono loro regole, pensando che queste limitino la libertà di azione e lo sviluppo futuro. E' comprensibile come tali figure non possano rappresentare per l'adolescente dei punti di riferimento per l'ambiguità delle regole proposte e come la loro personalità futura ne possa risentire. Nel caso di genitori indifferenti troviamo quelli che dedicano poco tempo alla cura dei figli, con bassa partecipazione alla loro vita e difficili occasioni di dialogo. L'esempio per questa tipologia lo troviamo spesso nei genitori di oggi: centrati su loro stessi, con molti interessi e bisogni personali, scarsamente interessati alla vita dei figli (Cicognani, Zani 2003). Il risultato, nel caso sia di figure genitoriali con carattere indulgente che indifferente, determina figli spesso senza una guida ed un riferimento costante, portati così a ricercare nel gruppo quella parte di sostegno che viene a mancare da parte della famiglia. Soprattutto nel caso dei genitori indifferenti la problematica si lega anche alla probabilità di incorrere in comportamenti a rischio, quali l'uso di alcol, droga o delinquenza. Affrontare problematiche dovute a sesso, droga, alcool o atti vandalici non è facile per le figure genitoriali di oggi, che appaiono spesso inesperte perchè hanno avuto in passato modelli educativi troppo “forti”, difficilmente applicabili oggi perchè ritenuti superati. Le tensioni inoltre sono sempre crescenti, perchè questi genitori, a loro volta, stanno affrontando un percorso verso la mezza età, che li porta a ragionamenti troppo distanti da questi figli. I battibecchi allora diventano all'ordine del giorno e sono proprio alcuni tipi di strutture familiari, ad esempio quella monoparentale con un solo genitore (generalmente la madre con l'altro genitore biologico fuori casa) a farne maggiormente le spese.
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Un cuore a metà...Gruppi di Parola: un sostegno ai figli adolescenti nelle separazioni
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Informazioni tesi
Autore: | Morena Del Freo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2017-18 |
Università: | IUSTO - Istituto Universitario Salesiano Torino |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione |
Relatore: | Clelia Tollot |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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