Comunicazione ed estetica in Mario Perniola

Nella sua opera di demolizione del sistematico comunicativo, in favore dello svelamento dei suoi veri meccanismi, Mario Perniola si avvale dello studio di Freud e di Lacan, i quali hanno avuto un ruolo decisivo lungo tutto lo sviluppo del suo pensiero, fin prima dell'approccio alla filosofia. Egli ritiene, infatti, che attraverso la psicanalisi sia possibile mostrare quelle che, dal suo punto di vista, sono caratteristiche fondanti e peculiari della comunicazione massmediatica, che affonda le sue radici nella struttura psichica delle masse. I pensieri di Freud e Lacan, in questo studio, tendono a compensarsi e a integrarsi, a sostegno della tesi di una società della comunicazione completamente psicotica, che ha rigettato, e che continua a rigettare, l'idea di un ordine simbolico, inteso come struttura della società. Perniola, innanzitutto, prende in considerazione i fenomeni della rimozione (Verdrängung) e della negazione (Verneigung). Il primo è un meccanismo psichico che allontana dalla coscienza i desideri, le pulsioni e i pensieri considerati insostenibili dall'Io, perché provocano dispiacere e, pertanto, lo scopo della rimozione diviene quello di difendere l'ideale dell'Io (o Super-io), in cui ci si rispecchia. Inoltre, al fenomeno della rimozione è collegato il fenomeno di resistenza, che impedisce ai contenuti rimossi di tornare coscienti. Per Freud, lo scopo della psicanalisi è quello di permettere all'Io di tornare in possesso del materiale rimosso. Secondo Perniola la comunicazione si basa, invece, sull'altro dei due fenomeni, quello della negazione. Essa è la modalità per cui i contenuti rimossi possono accedere alla coscienza alla sola condizione di essere negati.