Tra Ossessioni e Sogni - il fantastico cinematografico in Christopher Nolan

Un aspirante scrittore, Bill, per cercare ispirazione inizia a seguire in modo casuale delle persone. Le segue perché vuole trasformare le loro vite in materiale di lavoro.
Il tutto fila liscio fin quando non inizia a seguire un uomo. L’uomo in questione si chiama Cobb ed è un ladro di professione che coglie in fragrante Bill. Dopo varie domande sul perché di questo pedinamento, Cobb prende Bill sotto la sua ala protettrice e gli insegna il mestiere del ladro d’appartamento.
I due vanno a “rovistare” negli appartamenti per capire chi vi abita, quando il tutto si complica nel vero stile nolaniano, nel momento in cui Bill e Cobb entrano in un appartamento di una donna, di cui Bill si invaghisce. Inizia a frequentarla e da qui scaturiscono i problemi con Cobb. Bill si trova così coinvolto da prima in piccoli furti, in un secondo momento in rapine ed infine in un omicidio.
Primo lungometraggio composto interamente da Nolan. La trama si va infittendo man mano che passano i minuti del film. La si può considerare come: «un intrigo, evocando l’area semantica della congiura, della macchinazione o del complotto» (A. Cappabianca, "Trame del Fantastico").

Appunto una macchinazione ed un complotto attuati da Cobb ai danni per così dire del giovane scrittore Bill. Una trama che non è subito afferrabile, anche perché gioca un ruolo fondamentale la questione del tempo. Il regista gioca sul tempo facendo sentire la sua presenza in maniera preponderante per tutto il film, facendo saltare lo spettatore da uno spazio all’altro e cercando di fargli ricostruire il tutto come un puzzle.
Quindi un puzzle che si rifà prepotentemente al gioco, inteso come confronto tra caso e calcolo. Un modo che coinvolge lo spettatore a 360°, rendendolo pedina nelle mani del regista. Una sceneggiatura che si rifà, per citare Francis Vanoye, al gioco traccia: «elemento che sta alla base di molti film polizieschi a enigma o di cacce al tesoro, per non parlare di inseguimenti» (F. Vanoye, "La sceneggiatura").

Un gioco quindi che rimanda ad una sceneggiatura intesa come una combinazione di situazioni, di inseguimenti tra i personaggi all’interno di scene che fungono da pezzi di puzzle da rimettere insieme. Il tutto implica, quindi, una ricostruzione difficile anche perché vengono menzionati vari punti di vista, una ricostruzione che si evolverà in maniera abbastanza soggettiva da parte dello spettatore. Per spiegarla meglio, il regista in questo suo primo lungometraggio vuole metterci in allerta, come se volesse prepararci a tutti i suoi prossimi lavori.