Linee editoriali a confronto. La Spagna di Zapatero tra ''El Paìs'' e ''la Repubblica''

Il PSOE (Partido Socialista Obrero Español), viene creato nel 1879 ed è il primo partito fondato in Spagna. Come tutte le altre forze politiche vive un momento di grande difficoltà dopo la vittoria del Frente Naciόnal e cessa di esistere. Riprende l’attività politica solamente alla fine del regime franchista, dopo la morte del Generalissimo.
Durante la dittatura la vita di tutti i partiti in Spagna è clandestina o pressoché inesistente, a causa della morsa strettissima del dittatore, intollerante nei confronti dei dissidenti e colpevole di perseguitare i suoi avversari politici.

Quando il PSOE ritorna sulla scene deve riorganizzarsi partendo dalle basi del partito; è necessaria una grande operazione nazionale che dia lustro e visibilità alle idee socialiste. Sicuramente le basi sulle quali si muove sono abbastanza solide, garantite da quel bisogno di novità e rinnovamento proprio della fine di ogni dittatura. Alla guida del PSOE viene chiamato un uomo forte, carismatico, dotato di una grande intelligenza politica, Felipe González. Lui, insieme ad Alfonso Guerra, sarà il personaggio capace di ricreare un’unità di valori, di contenuti e di ideali, necessari a scuotere le masse e allo stesso tempo perfettamente in grado di innestarsi sul processo politico in corso sul finire degli anni ’70. La riorganizzazione avviene tra il 1977 ed il 1982, anno in cui si tengono le elezioni politiche.

Tutta la campagna elettorale è segnata dalla voglia di ricominciare, dal progetto di offrire un’alternativa al paese, finalmente pronto a cambiare dopo la fase di assestamento istituzionale avvenuta durante la Transizione. Non a caso lo slogan scelto per la campagna è “Por el Cambio” (Per il cambiamento. NdR), ora che le basi democratiche sono state ricostruite il PSOE può offrire il suo contributo alla vita della nazione.

Le elezioni dell’ottobre 1982 portano alla trionfante vittoria socialista, che ottiene la maggioranza assoluta dei seggi. Da lì ha inizio il lungo governo González che vede ben quattro riconferme, restando in carica fino al 1996, anno della vittoria del Partido Popular del giovane José Maria Aznar. González resta saldamente alla guida
del PSOE, come segretario generale, dal 1974 al 1997, conservando l’incarico anche durante gli anni di governo e nominando Alfonso Guerra vicepresidente. Il sodalizio tra i due resta solido almeno fino a tutti gli anni ’80, mantenendo uno stretto rapporto di collaborazione e una continuità di azione politica.

Ma è con l’inizio degli anni ’90 che il PSOE dovrà fare i conti con i primi seri problemi all’interno del partito e più in generale del paese. Sono gli anni in cui una serie di scandali scuote profondamente la base della leadership. Infatti gli anni ’80 sono funestati da accuse e recriminazioni rivolte sia a membri del partito socialista, sia a persone collegate ad esso. Scoppiarono scandali di corruzione (il caso Rolandán), di società fantasma e di servizi segreti deviati.19 Probabilmente il Caso Gal fu quello che più di tutti turbò l’opinione pubblica, arrecando gravi danni all’immagine di tutto il PSOE.