Piccole e medie imprese italiane: caratteristiche ed opportunità di sviluppo
Fattori di successo nelle piccole e medie imprese
“La piccola dimensione delle imprese italiane è spesso percepita come un fattore di debolezza, una delle cause principali della limitata crescita del Paese e della insoddisfacente dinamica della produttività. D'altro canto molti commentatori sottolineano come la vivacità del nostro sistema produttivo, dove la grande maggioranza delle imprese ha meno di 20 addetti, sia invece proprio riconducibile alla straordinaria dinamicità e adattabilità delle piccole imprese.” (Navaretti, Castellani e Pieri, 2011) o ancora “La piccola impresa è veloce, flessibile, adattiva ma non per questo è sinonimo di caos organizzativo. Sempre più infatti l'equazione "Piccolo è bello ma anche disorganizzato" sta diventando "Piccolo è armonico", dove, con strumenti di gestione aziendale ad hoc [...], si sta formalizzando un modello organizzativo tipico delle PMI” (Azzariti, 2002).
Sono molti gli autori che elogiano le piccole imprese; questo è perché realmente varie teorie, analisi e approfondimenti in materia, hanno sottolineato l'incredibile resistenza, o per meglio dire, resilienza che contraddistingue il mondo delle piccole imprese. Esse vengono influenzate decisamente dal contesto in cui operano e con la realtà con la quale s'interfacciano, perché il rapporto che le lega al loro territorio d'appartenenza è molto forte.
Nonostante il mercato delle PMI propone loro un impervio sentiero, affinché possano raggiungere soddisfacenti livelli di competitività, le piccole e medie imprese hanno sviluppato una serie di strategie che permette loro di guadagnare dei vantaggi competitivi duraturi. Le PMI hanno la chiave per essere flessibili e adattabili e questo gli permette di sopravvivere, e anzi, crescere e svilupparsi in quest'attuale mercato competitivo.
Negli ultimi dieci anni oltre la metà delle imprese dichiara di aver aumentato le risorse destinate alla ricerca e allo sviluppo, di aver innovato i processi interni e di aver posto in essere comportamenti tesi a perseguire le opportunità imprenditoriali che il mercato offre. Le PMI di maggior successo sono quelle che attuano un comportamento manageriale strategico volto al rinnovamento dei business già esistenti o alla creazione di nuovi business, adattandoli costantemente ai cambiamenti del mercato.
Il ruolo dell'imprenditore-leader è un ruolo chiave perché attorno a lui ruotano le importanti decisioni che l'azienda può e deve prendere, in quanto ne va della sua sopravvivenza e della sua dimensione. E in tempi di crisi finanziaria e politica, ancor di più egli diviene l’autore di una risposta alla crisi in chiave di crescita, innovazione e sviluppo. Il suo ruolo è riconosciuto anche in Italia ed è cresciuto il suo prestigio sociale poiché, per vocazione, si preferisce lodare ed attribuire merito a chi sul campo lo dimostra. Ma non è semplice e non basta.
C’è bisogno di una cultura che superi l’individualismo del singolo imprenditore e metta in rete le imprese, si rendono necessarie misure per lo sviluppo e la crescita. Come sosteneva Karl Popper “bisognerebbe essere alla base imprenditori e collettivisti ai vertici”.
Un sistema come quello italiano caratterizzato dalla prevalenza di piccole e medie imprese è necessariamente composto da fitte relazioni e collaborazioni fra le stesse.
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Panunzi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze Aziendali |
Relatore: | Giuseppe Sancetta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
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