Eterotrofia nelle piante
Famiglia delle Santalaceae
Per alcuni caratteri, la famiglia mostra punti di contatto con Loranthaceae e Balanophoraceae: ovari inferi; una graduale riduzione degli ovuli (che va dalla mancanza di tegumento alla loro scomparsa totale); il sacco embrionale alloggiato nei tessuti placentari; assenza di veri semi. Per queste ragioni le tre famiglie di cui sopra sono raggruppati nell’ordine Santalales. All’interno dell’ordine, in particolare, Santalaceae (con ovuli rudimentali senza tegumento) e Loranthaceae (privi di ovuli) sono emiparassiti, mentre le Balanophoraceae (dotate di ovuli vestigiali) possiedono un oloparassitismo spinto, avendo un habitus talloide.
La famiglia comprende 400 specie circa emiparassite epirizoidi (con forme da arboree a erbacee), che abitano sotto climi temperati e tropicali. L’apparato vegetativo è completo sotto ogni aspetto. Nella nostra flora, si ricordano Thesium L. (a cui appartengono otto specie erbacee annuali o perenni, caducifoglie) e Osyris alba L. (arbusto della macchia mediterranea, alto tra il mezzo metro e il metro). Da segnalare, nei climi tropicali, Santalum L.. (in cui si annoverano le specie produttrici di sandalo), piante a portamento arboreo, alte fino a dieci metri, la cui condizione parassitaria fu scoperta solo notando come fosse difficile il trapianto in altri terreni.
Salvo precise indicazioni, nel proseguo ci si riferirà a Thesium.
Organo di assorbimento
Di tale organo, sono riconoscibili due diverse parti: la testa e il cono di penetrazione.
La testa può essere, a sua volta, suddivisa in una regione periferica, la corteccia (chiamata anche involucro), e in una centrale, il nucleo. La corteccia è munita di una piega prensile posta intorno alla radice ospite. Nella zona periferica si può altresì appurare la presenza di due regioni amilifere, separate tra loro da una linea o banda di separazione, costituita da cellule morte o compresse. L’origine di codesta banda è riconducibile alle spinte che l’austorio deve effettuare: il che sta ad indicare che la penetrazione avviene per via meccanica. Talora, nei casi più ostici, s’organizzano più bande, associate ad altrettante pieghe.
A sua volta, il nucleo consta di:
- parenchima ialino centrale, omogeneo, translucido, formato da piccole cellule;
- tessuto conduttore intermedio con due fasci divergenti che si dipartono dai fasci della radice madre;
- parenchima periferico privo di amido.
A questi tessuti, vanno aggiunti altri a carattere cambiale che assicurano l’accrescimento in spessore dell’austorio.
Il cono (definito anche perforante) deriva, nel suo insieme, dal prolungamento dei tre strati, facenti capo al nucleo, all’interno dei tessuti radicali parassitati. Si divide in due lobi le cui cellule terminali si applicano, senza penetrarvi, contro le cellule xilematiche.
La struttura testé descritta si riscontra anche nelle altre Santalaceae. In riferimento alla durata dell’organo, essa è limitata e, di conseguenza, la produzione è continua. Nel genere Osyris, tuttavia, si è potuto appurare l’esistenza di austori perenni, anche se limitatamente alle radici degli alberi.
L’austorio ha origine esogena, considerata la sua derivazione dalla corteccia oltre che dal periciclo: si tratta, quindi, di una semplice evaginazione laterale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Eterotrofia nelle piante
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Informazioni tesi
Autore: | Vincenzo Autiero |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze Naturali |
Relatore: | Paolo De Luca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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