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Brexit: il ruolo dei social nell’uscita dall’U.E.

Fake news e propaganda politica

Una delle sfide più complesse delle moderne democrazie sono i social media, fonti onnipresenti nella discussione quotidiana e nelle campagne elettorali relativamente alle elezioni.
La comunicazione politica con l’avvento delle nuove tecnologie è molto cambiata per cui, attualmente, attinge ad un bagaglio comunicativo analogico, digitale, virale.
Le piattaforme digitali, attualmente, vengono utilizzate da miliardi di persone in tutto il mondo: facebook, ad esempio, conta oltre 100 miliardi di messaggi condivisi e 1 miliardo di storie condivise ogni giorno, per cui i social media sono utilizzati per condividere pensieri e opinioni, questo è utile soprattutto per la diffusione di sentimenti politici.
Questi strumenti hanno moltiplicato in modo esponenziale la produzione e la circolazione di immagini anche politiche che, spesso, utilizzano toni molto forti che toccano la dimensione emotiva del lettore e possono condizionare il potenziale elettore.
L’ultima ricerca Platform Europe, finanziata dal Parlamento Europeo e guidata e coordinata dall’Università Roma Tre, ha dedicato uno studio sulla campagna elettorale per le elezioni europee del 25 maggio 2019; sono state monitorate per 4 settimane i 403 partiti ed i loro 186 account facebook che hanno complessivamente prodotto 985 posters, 476 tv commercials e 25301 post facebook, 10837 dei quali connessi alle elezioni europee.

L’avvento di nuovi media e nuove tecnologie nel corso dei secoli, prima la televisione e la radio (considerati oggi come i cosiddetti «vecchi media») e poi internet (considerata invece come «nuovi media»), non ha modificato solamente i mezzi e l’offerta delle informazioni ma ha avuto conseguenze molto più ampie che sono andate ad incidere anche su altri ambiti della comunicazione politica.
Insomma, si è inaugurata una nuova fase delle campagne elettorali, quella post-mediale, che è necessariamente connessa alla «diffusione del paradigma sociale delle reti».

L’avvento di Internet ed in particolare dei social network ha, quindi, profondamente modificato il modo stesso di approcciarsi ad una campagna elettorale da due diversi punti di vista: si è modificata la modalità attraverso la quale i partiti ed i candidati diffondono i propri messaggi e di pari passo anche la modalità di fruizione da parte dell’elettorato; non solo ma è cambiata sostanzialmente anche la dimensione organizzativa delle campagne elettorali.
Sebbene l’introduzione di questi canali innovativi rappresenti uno strumento indubbiamente positivo per la diffusione dei messaggi e/o informazioni, altrettanti sono gli aspetti negativi o critici.
Il primo rischio è connesso al fatto che i cittadini possono, a partire da una notizia, andare a costruire un percorso informativo che li porti ad altri siti internet, senza l’ausilio di informazioni certe e veritiere.
Ancora, da questo aumento dell’offerta informativa e dei canali da cui è possibili informarsi, non sempre è possibile per l’utente comprendere se la fonte dalla quale proviene l’informazione sia una fonte attendibile, o se, in alternativa, si tratti di una notizia falsa o contenente delle imprecisioni: è il caso delle cc. dd. fake news ovvero le “bufale”, notizie non corrisponderti al vero.
Le persone scelgono “chi seguire” e questo comportamento genera la creazione di cc.dd. “camere di eco”, in cui gli utenti sono esposti solo alle idee di persone che la pensano allo stesso modo.

Uno dei motivi per cui le camere d’eco presentano un problema è la loro propensione a generare notizie false ovvero storie inventate che cercano di mascherarsi come contenuti autentici, al fine di influenzare altri utenti dei social media.
Giornali, programmi televisivi di confronto e dibattito, radio, hanno ceduto il passo ai social network: Alexander Stewart del dipartimento di biochimica e biologia dell’Università di Houston, insieme ai colleghi della Sloan School of Management del MIT e dell’Enviromental Change Institute dell’Università di Oxford, ha descritto un modello computazionale per descrivere come la struttura delle connessioni sociali e il flusso di informazioni all’interno di un gruppo possano essere influenzate dai social network modificando di conseguenza il comportamento e i processi decisionali collettivi degli individui, per cui i social network sono in grado di manipolare il flusso di informazioni e le connessioni sociali tra individui.
Tale conclusione è stato il prodotto di un esperimento che aveva ad oggetto un gioco, per la quale due gruppi, appartenenti a differenti schieramenti (viola vs giallo), si sono trovati a dover prendere una decisione e votare per risolvere un contenzioso ed evitare così un blocco politico.

Le regole del gioco sperimentale prevedevano che ogni singolo individuo, assegnato ad un “partito”, fosse incentivato da una parte a prendere una decisione e a votare in linea con la propria preferenza e dall’altra a coordinare il proprio voto con l’intero suo gruppo prendendo in considerazione le intenzioni di voto degli altri; il tutto affinché vi fosse il più possibile un consenso e una maggioranza e non si sfociasse nell’inattività.
Alla fine del gioco, ogni giocatore avrebbe ricevuto il massimo guadagno qualora il proprio partito avesse ricevuto una maggioranza significativa – i voti per quel partito avrebbero dovuto superare una soglia stabilita per ottenere la maggioranza – un guadagno minore qualora l’altro partito avesse ricevuto la maggioranza e nessun tipo di ricompensa nel caso in cui entrambi i partiti avessero fallito nell’ottenere la maggioranza.
La manipolazione è stata realizzata tramite l’inserimento all’interno di un “partito” di un individuo estremista che avrebbe in ogni caso votato tenendo in considerazione esclusivamente la sua opinione personale.
L’estremista ha fatto sì che le persone traessero dagli altri delle conclusioni fuorvianti circa le preferenze politiche del proprio partito e che vi fosse un profondo contagio di parte degli indecisi, determinando di conseguenza un dirottamento di voti verso il partito opposto.

Il fenomeno appena richiamato non è recente: era già utilizzato nel 1800, sebbene sia entrato a piano regime nella realtà moderna proprio nel corso degli ultimi anni, soprattutto a ridosso di due fenomeni di portata internazionale: il referendum inglese sulla Brexit e la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi; si ricordi, in questo ultimo caso, l’accusa che i governi stranieri, come l’Iran e la Russia, stessero usando algoritmi automatici online, per diffondere contenuti falsificati attaccando Hillary Clinton e sostenendo il presidente Trump.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Brexit: il ruolo dei social nell’uscita dall’U.E.

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Informazioni tesi

  Autore: Danilo Verde
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della Pubblica Amministrazione
  Relatore: Gianluca Luise
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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