Illeciti endofamiliari tra dogmatica giuridica e coscienza sociale
Evoluzione giurisprudenziale e normativa sulla responsabilità civile contrattuale, extracontrattuale e la risarcibilità dei danni non patrimoniali
La chiusura circa l’ammissibilità del risarcimento del danno, è da precisare, non riguardava ogni tipologia di danno causato da un familiare, ben potendo questo essere previsto ad esempio nel caso di pregiudizi derivanti da danneggiamento o danni alle cose, anche cagionati appunti da un familiare, in quanto fattispecie non influenzate dalla qualifica soggettiva dell’autore dell’illecito.
L’immunità era, infatti, riservata alle fattispecie in cui danneggiante e danneggiato assumono la qualità di familiare ovvero appunto i cosiddetti illeciti endofamiliari per i quali si ammetteva peraltro la risarcibilità nel caso di danni morali derivanti da reato e, entro certi limiti, dei danni patrimoniali da violazione di doveri familiari.
Il vero problema riguardava, pertanto, la risarcibilità dei danni non patrimoniali in quanto, fino alle sentenze gemelle del 2003, la costante interpretazione dell’articolo 2059 era nel senso di prevedere il ristoro dei danni non patrimoniali solo ove ciò fosse previsto dalla legge; questo è il motivo per cui il cambiamento giurisprudenziale sulla responsabilità ha inciso profondamente in materia.
Fondamentale, a tal proposito, è stata, infatti, l’evoluzione della responsabilità civile extracontrattuale (in cui a mio avviso ricadono i suddetti illeciti), in particolare per ciò che concerne la nozione di ingiustizia del danno nonché della risarcibilità del danno non patrimoniale; per quanto riguarda l’ingiustizia del danno veniva richiesta la lesione di un diritto soggettivo assoluto nonostante ciò non fosse espressamente emergente dalla lettura dell’articolo 2043.
Seguendo tale impostazione, dunque, la lesione dei diritti derivanti dal matrimonio in quanto relativi non sarebbe mai potuti essere risarcibili non integrando il danno ingiusto. In seguito, però, si giunse ad ammettere la risarcibilità anche in presenza di diritti relativi ad opera di soggetti diversi dal debitore che avessero causato impossibilità di adempiere; dopo una lunga elaborazione sull’interpretazione dell’articolo 2043 sono intervenute le sezioni unite della Cassazione le quali, riconoscendo che l’ingiustizia del danno possa conseguire alla mera violazione di interessi meritevoli di tutela e protetti da una norma dell’ordinamento, posero fine ai vari contrasti giurisprudenziali ma soprattutto aprirono la strada alla risarcibilità di nuovi illeciti.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Illeciti endofamiliari tra dogmatica giuridica e coscienza sociale
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Stella La Malfa |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Luca nivarra |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 116 |
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