La valutazione del personale nel processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione
Evoluzione della P.A. - Anni ‘90
Il processo di riforma della Pubblica Amministrazione può essere fatto coincidere con l’introduzione nell’ordinamento della legge 8 giugno 1990, n. 142 (modificata poi dalla legge 3 agosto 1999, n. 265). L’art. 2 “Autonomia dei comuni e delle province” della legge 142/1990 stabilisce quanto segue:
- comma 1 “Le comunità locali, ordinate in comuni e province sono autonome”;
- comma 2 “Il comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”;
- comma 3 “La provincia, ente locale intermedio fra comune e regione, rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi, ne promuove e ne coordina lo sviluppo”;
- comma 4 “I comuni e le province hanno autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonché autonomia impositiva e finanziaria nell’ambito dei propri statuti e regolamenti e delle leggi di coordinamento della finanza pubblica”;
- comma 5 “I comuni e le province sono titolari di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello stato e della regione, secondo il principio di sussidiarietà. I comuni e le province svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dall’autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali”.
Invece, la legge 141/1990 all’art. 1 ribadisce che “L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia e di pubblicità secondo le modalità previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti. La Pubblica Amministrazione non può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria”.
Dunque, come si evince da quanto riportato, la legge 142/1990 pone le basi per il processo di decentramento della Pubblica Amministrazione; mentre, invece, la legge 241/1990 verte sul diritto dei cittadini ad avere servizi trasparenti, efficienti e rapidi e sul principio fondamentale secondo cui la Pubblica Amministrazione è retta da criteri di economicità, efficacia e pubblicità.
Queste sono due leggi fondamentali per la P.A., poiché hanno dato inizio ai processi di decentramento e di maggiore efficienza, che uniti alla centralità del cittadino e delle imprese, nonché all’innovazione, sono considerati gli obiettivi principali della grande riforma della P.A.
In riferimento all’innovazione della P.A. un importante intervento è quello avvenuto ad opera del d.lgs. 23 febbraio 1993, n. 29, il cui art. 1, comma 1, prevede che “Le disposizioni del presente decreto disciplinano l’organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, tenuto conto delle autonomie locali e di quelle delle Regioni e delle Province autonome, nel rispetto dell’art. 97, comma prima, della Costituzione (…)”.
Questo decreto prevede, per la prima volta, l’introduzione nelle Pubbliche Amministrazioni dei sistemi informativi, intesi come strumento essenziali allo scopo di accrescere l’efficienza, razionalizzare i costi e fornire servizi efficaci.
Nello stesso periodo fu introdotto il d.lgs. 12 febbraio 1993, n. 39, il quale ha istituito l’Autorità per l’Informatica nella P.A. (AIPA), avente l’onere di realizzare, rapidamente, l’introduzione delle nuove tecnologie e la conseguente riorganizzazione della P.A., coordinando anche gli interventi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La valutazione del personale nel processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione
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Informazioni tesi
Autore: | Gerardo Perna Petrone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze dell'amministrazione |
Relatore: | Limone Donato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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