Competitor e tensioni strategiche del mercato degli smartphone
Evoluzione dei bisogni del consumatore digitale
Secondo quanto riportato in un articolo del notiziario online di Telecom Italia, l’avvento della “nuova” era digitale ha fatto sì che questa si sia spostata da ambiti legati in modo specifico alla produttività lavorativa e privata, a contesti sempre più allargati, arrivando ad affermare nei paesi più sviluppati il discorso di “digital life”. Questo ha fatto sì che i bisogni digitali ormai sono tali da essere inclusi ed integrare la famosa Piramide dei bisogni di Maslow, la quale rappresenta gli stati di necessità dell’essere umano attraverso una scala gerarchica. Il famoso psicologo statunitense creatore della Piramide nella sua opera “Motivation and Personality” del 1954 concepì per la prima volta questa “Hierarchy of Needs”, sostenendo che la realizzazione personale dell’individuo passava attraverso la soddisfazione di bisogni, da quelli per la sopravvivenza (fame, sete, ecc.) fino a quelli più complessi di carattere sociale. Fisiologia, sicurezza, appartenenza, stima, per poi arrivare all’autorealizzazione: questi sono i 5 step da soddisfare in ordine, individuati da Maslow per raggiungere il perfetto benessere psico-fisico. Nonostante abbia conosciuto diverse critiche nel corso del tempo, collegate soprattutto alla mancanza di necessarietà della consequenzialità dei bisogni e delle differenze socio-culturali esistenti fra diverse aree geografiche, la piramide ancora oggi porta con sé interessanti risvolti. Lo stesso studio Telecom citato in precedenza, infatti ridisegna lo schema, andando ad individuare quelli che sono i bisogni alla luce della vita digitale.
Tutto parte, com’è ovvio che sia, dall’analisi del contesto socio-demografico. Uno studio condotto dalla Growth from Knowlegde Italia mostra come il nostro paese sia sempre più “anziano”. Il quadro “Senior” è particolarmente interessante, dato che il fattore anagrafico è sempre meno influente, quanto invece diventano importanti fattori culturali e di reddito, facendo emergere gli “active-agers”, cioè persone che esplorano, che hanno voglia di fare e di imparare. Ovviamente poi abbiamo i cosiddetti “millenials”, i nativi digitali, i quali spaziano dal seguire le mode a coloro i quali nei loro consumi considerano altro. Poi abbiamo i middle-aged, ed anche qui occorre distinguere da chi cerca nella tecnologia una “compagna di viaggio” affidabile da chi invece utilizza la impiega per diletto.
In un report condotto dall’agenzia Nielsen, che ha coinvolto 30000 adulti a livello mondiale, è stato evidenziato come la connettività diffusa appare come il nuovo stile di vita. Oltre il 70% degli intervistati ha dichiarato di essere felice di potersi connettere ovunque e addirittura il 69% ha affermato come la comunicazione digitale andrà a sostituire quella face-to-face.
Una volta introdotto il quadro demografico in modo più dettagliato, è possibile definire quelli che sono i “nuovi” bisogni del consumatore digitale.
1: Connessione. Come Maslow introduceva alla base della Piramide i bisogni fisiologici, adesso troviamo la connessione. Essere connessi, sempre, comunque, ovunque. Oggi, almeno nei paesi sviluppati, questo è possibile dappertutto, con qualsiasi mezzo. La dominanza degli smartphone in tal senso ha portato i gestori telefonici a rimodulare le proprie tariffe, concentrandosi maggiormente sui pacchetti dati.
Essere parte della rete è essenziale e la sua mancanza, come del resto anche per i bisogni fisiologici, può comportare disturbi psico-fisici, come la già citata nomofobia
2: Controllo. Il senso di sicurezza oggi è dato dall’orientamento sensoriale e dal senso di controllo garantiti da tecnologie come il GPS, incorporato ormai negli smartphone di tutte le fasce
3: Socialità. Oggi siamo difronte a comunità globali, interconnesse fra loro grazie agli strumenti digitali. Il bisogno originario di appartenenza individuato da Maslow viene inglobato nel bisogno di socialità, soddisfatto da strumenti quali i Social Media che ci permettono di non sentirci soli nella rete. Oltre a questa necessità quasi “sociopatica” di essere coinvolti il più possibile nel mondo virtuale, le nuove tecnologie permettono di abbattere le barriere della comunicazione e delle distanze e la continua evoluzione porterà a risvolti sempre più sorprendenti.
4: Visibilità. Strettamente collegato a quello precedente, il bisogno di visibilità si manifesta nella voglia di partecipare attivamente al web, diventando punti di riferimento e creando dal nulla vere e proprie “professioni”, come lo youtuber, ma anche attraverso la diffusione di informazioni dal basso per altri scopi, come nel caso della “primavera araba”
5. Autorealizzazione. Nonostante possa sembrare banale, in ambito tecnologico si ha autorealizzazione anche in relazione alla tipologia di dispositivo che si utilizza. Negli smartphone tale ruolo è assunto senza dubbio da iPhone, che molto spesso, specie fra i più giovani scaturisce un senso di appagamento che trascende dalle funzionalità. Contestualmente alla crescita della cosiddetta “economia dell’esperienza”, il bisogno di autorealizzazione oggi viene soddisfatto anche da esperienze realizzate, a discapito del possesso di strumenti all’avanguardia.
Il risvolto più importante del discorso è che tutti i bisogni digitali menzionati possono essere soddisfatti dal solo smartphone. La piramide di Maslow, infatti, presupponeva che ad ogni livello corrispondesse un mezzo diverso per raggiungerlo. Un aspetto che sta a testimoniare come un dispositivo possa cambiare le abitudini di vita dei consumatori.
Ovviamente lo smartphone in quanto tale non può essere utile a molto. Occorrono le infrastrutture, le reti adatte, spingendo anche i principali marchi a trovare nuove soluzioni per sfruttare ancora di più le potenzialità della rete, fino ad arrivare al concetto di Internet Of Things, rendendo dei semplici oggetti anche di uso comune dei potenziali terminali di rete.
Oggi abbiamo smartwatch, smart band, televisori smart, perfino lavatrici smart, per creare un vero e proprio ecosistema digitale, sempre connesso e sempre controllabile da remoto.
“Partite dai bisogni dei vostri clienti e costruiteci sopra”, affermazione che dovrebbe fare da monito per tutte le aziende dell’hi-tech. Probabilmente anche l’eccessiva attenzione al prodotto, piuttosto che al consumatore, sta alla base del calo del mercato del settore mobile. Lanciare un nuovo prodotto in un mercato sempre più consapevole (o almeno in parte) diventa difficile se non si dà credito alle esigenze degli utenti finali. Ad esempio: si può realizzare uno smartphone potentissimo, con una velocità di calcolo maggiore di un computer, ma se non lo si dota di un software adeguato sarà un flop. Infine, non bisogna dimenticare come anche i canali di distribuzione hanno subito un’evoluzione, attraverso piattaforme di e-commerce (Amazon ed eBay su tutte) che hanno acquisito un’importanza sempre maggiore nell’acquisto di dispositivi mobili. Sulla base di queste premesse, è possibile passare alla disamina dei principali competitor, da quelli “storici” a quelli emergenti, studiando punti di forza e criticità e capire come si stanno preparando ad affrontare le sfide future.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Competitor e tensioni strategiche del mercato degli smartphone
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Zingariello |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Scienze Economiche e Aziendali |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Cinzia Genovino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 33 |
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