Sentenze straniere e Diritto internazionale privato: l’art. 65 della legge 30 maggio 1995 n. 218
Esistenza di altri presupposti per il riconoscimento ex art.65
Il carattere processuale della norma qui discussa, provato anche dal testo della Relazione ministeriale al disegno di legge che definisce il procedimento di riconoscimento ex art.65 «complementare rispetto a quello dell’articolo precedente per le sentenze indicate», rende poco comprensibile il motivo per il quale siano stati previsti soltanto i limiti dell’ordine pubblico e del rispetto dei diritti essenziali della difesa, e non anche la litispendenza, il contrasto di giudicati e la definitività della sentenza da riconoscere. Su tali temi, la dottrina si è divisa in due: gli autori che danno rilievo prevalente al carattere processuale della norma in oggetto hanno ritenuto che fossero applicabili al riconoscimento semplificato anche i presupposti di cui alle lettere d), e) ed f) dell’art.64, mentre coloro che ritengono più pregnante, dal punto di vista del legislatore, la ratio di semplificazione, che sottende alla norma in oggetto e che risulta pure dalla relazione ministeriale, hanno considerato sufficienti i presupposti già indicati espressamente dal legislatore.
Entrambe le soluzioni di cui sopra appaiono criticabili. Per quanto attiene alla prima, è da considerare che l’ambito di rispettiva operatività degli artt.64 e 65 è già sbilanciato a favore della norma generale: infatti, la bilateralizzazione dei criteri di giurisdizione permette di riconoscere in Italia un elevato numero di sentenze straniere, stante l’ampiezza della giurisdizione italiana risultante dalle norme del nostro ordinamento, laddove invece il riferimento all’ordinamento competente, effettuato dall’art.65, permette di riconoscere in Italia le sole sentenze efficaci in tale ordinamento perché ivi emanate o riconosciute. Inoltre, un ulteriore elemento di restrizione sta nella limitazione ratione materiae delle sentenze riconoscibili con il metodo semplificato, che sono esclusivamente quelle che vanno ad incidere su stato e capacità personali e rapporti di famiglia.
Tenuto conto che l’intento del legislatore, quale risulta in modo chiarissimo dalla Relazione ministeriale, è proprio quello di consentire di «attribuire efficacia alle sentenze straniere a condizioni semplificate di riconoscimento», ne deriva che la previsione di ulteriori presupposti per il riconoscimento semplificato svuoterebbe la norma in oggetto di gran parte del suo significato. Passando alla seconda soluzione proposta, essa aderisce indubbiamente di più alla ratio della norma in discussione; tuttavia, pare essere troppo ampliativa nel permettere che abbiano effetto in Italia provvedimenti che non sono definitivi nell’ordinamento competente, con il conseguente rischio di creare situazioni giuridiche instabili per la possibilità che gli effetti sostanziali della sentenza riconosciuta vengano a cadere perché caducati nell’ordinamento di origine. Appare dunque preferibile, contemperando le contrapposte esigenze appena esposte, prevedere come unico ulteriore presupposto per il riconoscimento semplificato ex art.65 quello di cui alla lettera d) dell’art.64, ovvero il passaggio in giudicato della sentenza da riconoscere: tale soluzione è quella accolta più recentemente da buona parte della dottrina.
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Sentenze straniere e Diritto internazionale privato: l’art. 65 della legge 30 maggio 1995 n. 218
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Informazioni tesi
Autore: | Edoardo Foletti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Luigi Fumagalli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 129 |
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