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La scommessa delle monete complementari in un'ottica di decrescita

Esiste la moneta complementare per la decrescita?

Se analizziamo il carnet di monete complementari esistenti probabilmente non troveremo mai la moneta perfetta. Allo stesso tempo però, trovare una moneta perfetta per la decrescita che possa essere riprodotta in tutte le comunità del mondo, non ha senso. Si finirebbe per dimenticare le peculiarità delle singole comunità, che ne rappresentano anche i punti di forza.
Possiamo invece delineare gli aspetti fondamentali che questa moneta dovrebbe avere.

Le monete complementari ad uso sociale esistenti contengono un grande messaggio, e in un paese riescono a far riscoprire la forza e le fondamenta su cui dovrebbe costruirsi una comunità. Tuttavia, non rappresentano un sistema che possa essere complementare sul piano commerciale al sistema della moneta unica. Pertanto dobbiamo volgere lo sguardo alle monete complementari locali ad uso commerciale.
La moneta del tipo C2B sembra essere la più adatta poiché coinvolge attivamente cittadini e imprenditori. I creatori devono incentivare entrambi ad entrare nel circuito grazie ad un premio del 10% per ogni cambio dalla moneta in corso legale alla moneta locale.

Inizialmente, bisogna definire cosa si intende per “locale”. La circoscrizione di una moneta complementare dipende dal territorio su cui deve essere sviluppata. “Locale” è quindi un concetto relativo; il quartiere di Londra, Brixton, ha un grande potenziale, dal punto di vista numerico, di partecipanti al sistema. Mentre in Sardegna lo stesso numero è possibile ottenerlo considerando “locale” tutta la regione. Un numero importante di partecipanti rende la moneta complementare sufficientemente forte.

La moneta complementare locale ad uso commerciale deve necessariamente seguire una grande linea guida: l'ecologia. Nel circuito bisognerà accettare piccole e medie imprese solo se queste si impegnino a sottoscrivere un patto ecologico che preveda una riduzione della loro impronta ecologica.
Non è sufficiente promuovere le imprese locali se queste hanno un impatto ecologico sconsiderato. Anche le imprese locali dovranno quindi cambiare direzione per promuovere un'economia ecologica, rendendo in primo luogo sostenibile la loro produzione.

Dev'esserci quindi un ecolocalization (Dittmer, 2013): la produzione deve essere locale. Come abbiamo visto per Brixton, o in generale per le città globali (Sassen, 1991), questo risulta problematico, poiché non dispongono dello spazio atto a produrre beni primari come quelli derivanti dall'agricoltura. Ecco allora che potrebbe delinearsi una nuova sfida: riorganizzare le città in modo che i quartieri possono anch'essi mirare all'auto-produzione per lo meno di alcuni beni primari e quindi al rendersi sempre meno dipendenti dall'esterno.

Se una moneta complementare locale ad uso commerciale venisse progettata seguendo queste linee guida la sua forza sociale sarebbe già inscritta. Si creerebbe, e continuerebbe a crescere, un forte network comunitario, necessario per il successo della moneta complementare.
Il cambio deve essere supportato anche dalla politica locale: è auspicabile che parte degli stipendi dei cittadini di quella regione, città o quartiere siano pagati nella moneta locale. In modo da poter coinvolgere nella rete tutti i cittadini, che presto si renderanno conto di quanto sia importante far parte di una comunità resiliente. Senza però togliere a questi la libertà di un eventuale cambio con la moneta unica. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La scommessa delle monete complementari in un'ottica di decrescita

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Grisoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace
  Relatore: Roberto Pedersini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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Parole chiave

denaro
comunità
latouche
resilienza
decrescita
monete complementari
criptovalute
monete locali
brixton pound
sardex

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