Convergenze tecnologiche e opportunità economiche: il caso del convertiplano
Esempi pratici dell'uso del convertiplano
Un articolo di Vittorio Pedroni, del servizio di Anest/Rian., Osp. Bellaria AUSL città di Bologna, pubblicato dalla rivista ESIA (EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY) giornale online di anestesia nella sua edizione italiana, già nel lontano 1° Gennaio 1999 (n°1 vol 4), analizza questa nuova tecnologia applicabile alla medicina.
In particolare confronta l’allora unico convertiplano V22 Osprey in versione ambulanza con le capacità operative dell’elicottero. Nel nostro lavoro, questo prospetto sarà aggiornato con i nuovi dati relativi al convertiplano civile BA609, con qualche modifica dovuta ai cambiamenti che vi sono stati in tale tecnologia negli ultimi dieci anni.
L’elicottero, usato per la prima volta come mezzo di soccorso durante la guerra nel Vietnam, secondo l’ estensore dell’articolo citato, risulterebbe avere scarsa sicurezza ed affidabilità, anche per quanto concerne la capacità di carico (2 barelle nella configurazione attuale), che può essere aumentata eventualmente solo a discapito di un autonomia già di per sé limitata (circa 2 ore di volo).
Per argomentare la sua tesi, fa riferimento alla dotazione di mezzi di soccorso aereo della Regione Emilia Romagna, dotata per l’intera sua estensione di 3 elicotteri: soltanto quello avente base a Bologna può trasportare 2 feriti contemporaneamente, mentre gli altri due, dislocati rispettivamente a Ravenna e a Parma, possono effettuare il trasporto di un solo paziente.
Inoltre per essere più maneggevoli spesso volano con il serbatoio riempito di carburante a metà, fatto che, oltre a ridurne l'autonomia, aumenta notevolmente il rischio per l'equipaggio e per il paziente.
Quando poi i feriti da soccorrere sono molti, dovendo fare svariati trasporti tra andata e ritorno, alla sola velocità di 250km/h, (velocità massima sviluppabile da questo tipo di elicotteri) non presenterebbe particolari vantaggi rispetto alle ambulanze, di cui le strutture sanitarie sia pubbliche che private sono normalmente dotate in numero molto più rilevante.
A causa delle sue specifiche tecniche il raggio operativo dunque è molto ridotto e risulta quindi poco utilizzabile per il trasporto di organi e delle équipe mediche in caso di trapianti, e per il trasporto di feriti in caso di megaincidenti, di disastri o di calamità naturali. Stessa cosa dicasi per il trasporto di materiali urgenti.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Convergenze tecnologiche e opportunità economiche: il caso del convertiplano
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Inzaina |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Sassari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia, statistica e informatica per l'azienda |
Relatore: | Gerardo Marletto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 39 |
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