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Canine minute virus e mortalità neonatale nel cane

Epidemiologia del Canine minute virus (CnMV)

Il cane è l'unico animale naturalmente recettivo per CnMV (Carmichael et al., 1994), ma anche i canidi selvatici sembrano sensibili all'infezione naturale (Carmichael, 1984). Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1967 negli Stati Uniti da feci di cani militari sani (Binn et al., 1970). Solo in seguito è stato identificato nelle feci di cuccioli con una blanda forma di enterite (Carmichael et al., 1980), nonché nell'intestino e nei polmoni di cuccioli con forme lievi e/o letali di enterite (Carmichael et al., 1994; Truyen and Carmichael, 1996).
L'infezione è diffusa nella popolazione canina di tutto il mondo con percentuali di sieroprevalenza variabili nei diversi Paesi ma maggiori in USA (Binn et al., 1970; Carmichael et al., 1987; 1991; 1994; Pratelli et all., 1999; Hashimoto et al., 2001; Mochizuki et al., 2002; Jang et al., 2003).
Negli Stati Uniti, come dimostra un'indagine non pubblicata, citata da Siegl nel 1976, la positività sierologica nei cani è pari al 70%.
Ulteriori studi eseguiti presso il James Baker Institute (Cornell University Ithaca, NY) hanno riportato percentuali di sieroprevalenza tra il 30% e 70% in differenti popolazioni canine (Carmichael et al., 1991; 1994).
Negli animali infetti il virus causa per lo più infezioni subcliniche; nei cuccioli di età inferiore a due o tre settimane, invece, determina infezioni caratterizzate da sintomi respiratori, enterici e morte precoce per insufficienza cardiaca. Il virus determina inoltre turbe riproduttive nelle cagne gravide (Harrison et al.,1992; Carmichael et al., 1991; Jarplid et al.; 1996; Pratelli et al., 1998a). La patogenesi di questa infezione è ancora poco nota ed i dati disponibili spesso derivano da infezioni sperimentali.
Il primo caso di mortalità neonatale causata da CnMV al di fuori degli Stati Uniti è stato segnalato in Svezia (Jarplid et al., 1996). Due soggetti di una cucciolata di Schnauzer nani sono morti a 7 e 9 giorni di età per una forma di gastroenterite; un soggetto è stato sottoposto ad eutanasia per grave sintomatologia respiratoria, mentre altri due soggetti sono guariti. Gli esami virologici e istopatologici hanno dimostrato negli organi sia gli antigeni di CnMV, sia le sue tipiche inclusioni intranucleari.
Nel 1998 anche in Italia è stato segnalato un focolaio di infezione naturale da CnMV con un decorso estremamente grave ed esito
letale (Pratelli et al., 1999). Due soggetti di soli 35 giorni di età, appartenenti a due cucciolate diverse, sono morti all'improvviso mostrando sintomi respiratori, mentre altri tre soggetti di 10 giorni di età sono deceduti a seguito di abbattimento, letargia, gravi sintomi respiratori e diarrea emorragica.
All'esame autoptico tutti i soggetti deceduti mostravano una grave forma di polmonite e degenerazione e necrosi del miocardio, mentre nei due cuccioli di 10 giorni di età si osservava anche enterite emorragica a carico del tenue. Dagli omogenati d'organo di tutti i soggetti deceduti, sono stati isolati su cellule WRCC stipiti CnMV identificati mediante test di immunofluorescenza indiretta (IFI).
Un'indagine sierologica per CnMV, condotta nelle province di Bari e Napoli mediante i test IFI e sieroneutralizzazione (SN) ha evidenziato una diffusa presenza di anticorpi specifici con titoli anche superiori ad 1:80 (Pratelli et al., 1998b). Ciò dimostra la diffusione del virus anche in Italia, nonostante sia difficile isolarlo.
Risultano infatti difficili sia l'isolamento colturale per mancanza di substrati alternativi alle WRCC, sia l'identificazione con l'inibizione dell'emoagglutinazione (HI) per la difficoltà a reperire le emazie di scimmia.

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Canine minute virus e mortalità neonatale nel cane

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Informazioni tesi

  Autore: Micaela Linzalata
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Medicina Veterinaria
  Corso: Medicina Veterinaria
  Relatore: Nicola Decaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

FAQ

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