Indagine sulle mancate conoscenze e comportamenti relativi alla salute nel self-management della terapia antidiabetica

L’educazione all’autogestione del diabete (DSME, Diabetes selfmanagement education) è un processo di miglioramento di abilità, conoscenze e comortamente relativi alla propria patologia; si tratta si un intervento di primaria importanza volto a ridurre le complicanze e/o ritardare la progressione dei sintomi.

Lo scopo dell’“Empowerment” è quello di fare sviluppare la capacità di prendere decisioni da parte della persona con diabete che, in questo modo, diventa parte attiva del processo di cura e membro del team clinico con cui, potrà condividere obbiettivi di miglioramento circa i risultati e la qualità di vita.

Il ruolo dell’Empowerment è enfatizzato dalla Task Force ADA-AADE (American Association of Diabetes Educators) nell’ultima revisione dei National Standards for Diabetes Self-Management Education and Support, definendo il paziente con diabete come risorsa imprescindibile per ottenere il miglior risultato possibile. Il ruolo dell’educatore, invece, è quello di “facilitatore” che rende più semplice il lavoro del paziente e della famiglia.

Molti studi hanno riscontrato che l’educazione all’autogestione del diabete si associa a: miglioramento della conoscenza della malattia, miglioramento nelle modalità di autocura, miglioramento negli esiti (come riduzione dell’HbA1c, calo ponderale e miglioramento della qualità della vita).
E’ necessaria una formazione qualificata del personale sanitario per implementare programmi di educazione delle persone con diabete alla loro partecipazione attiva ad una gestione condivisa della malattia.

La persona con diabete dovrebbe essere educata a:
Ø effettuare correttamente la misurazione della propria glicemia
Ø misurare nei tempi appropriati per monitorare tutti i momenti della giornata
Ø effettuare misurazioni extra in caso di malattia intercorrente, eventi speciali o cambio di terapia
Ø registrare opportunamente i dati sul diario cartaceo oppure elettronico
Ø interpretare i risultati come base per intraprendere una azione
Ø percepire i collegamenti tra specifici comportamenti (alimentazione, esercizio fisico) e i risultati della misurazione glicemica, prendendo da questi la motivazione al cambiamento dei comportamenti
Ø mettere in atto autonomamente comportamenti correttivi, farmacologici e non, in risposta ai risultati delle misurazioni glicemiche, soprattutto per la prevenzione del rischio ipoglicemico
Ø condividere periodicamente i dati con il team curante.

È dimostrato da alcuni studi, che la presenza di una gestione infermieristica nella strutturazione di interventi educativi porti a benefici nel breve termine; inoltre, il suo inserimento nell’attività routinari di interventi educativo-terapeutici è efficace nel medio termine.
Particolarmente efficaci si sono dimostrati quei programmi, che, oltre a migliorare la comprensione e l’autogestione della patologia, favoriscono il confronto tra operatori sanitari e gruppi di pazienti, con possibilità di scambio di esperienze su problematiche comuni (per i pazienti), e , per gli operatori, possibilità di confronto con la persona malata, e non solo con la malattia.