Psicologia e cardiologia: analisi di un caso
Emotionally focused therapy nella coppia cardiopatica
Alla base dell'approccio (connesso alla teoria dell'attaccamento) che verrà a breve delineato esiste l'idea che la malattia cardiaca colpisca – anche - "il cuore" della coppia.
L'incombente minaccia di morte diverrebbe così un tiranno persecutorio in grado di trovare voce nei malesseri dell'anima.
In fase di sostegno il partner è colui che contribuirebbe in maniera più rilevante alla creazione di un contesto di sostegno. È stato dimostrato come i pazienti che ricevevano visite più frequenti dai partner necessitavano di meno farmaci e di un periodo di degenza minore rispetto a chi riceveva meno visite.
L'emotionally focused therapy (EFT), per queste ragioni, utilizza la relazione di coppia come risorsa per il cambiamento e la guarigione. La gestione di quest'area pare essere cruciale in quanto diversi studi hanno evidenziato come, nonostante la malattia conduca i partner a sentirsi più vicini, porti anche alla luce problemi relazioni già esistenti.
Preoccupazioni ricorrenti dovute alla comparsa di una cardiopatia riguardano l'attività sessuale e le relative ansie da prestazione connesse, la salute del partner, il senso di colpa dovuto all'alterazione che la propria malattia porta nell'immediato contesto.
Questi cambiamenti determinano nella coppia una vera e propria rassegnazione, una revisione di ruoli e responsabilità. Lo sviluppo dell'EFT risale agli anni '80 come tentativo di risposta alla scarsità di approcci testati e standardizzati nel campo terapeutico di coppia, differenti da quelli di matrice comportamentista che tralasciavano gli aspetti relativi alle emozioni.
I clinici che si avvalgono dell'EFT considerano la relazione all'interno del paradigma dell'attaccamento; di conseguenza la terapia si basa sulla riorganizzazione di schemi e risposte emozionali, sull'incoraggiamento a stabilire un legame di tipo sicuro tra i partner.
In caso opposto, e cioè in presenza di legame insicuro, fra la coppia mancherebbe una necessaria empatia riguardo lo stato affettivo dell'altro e i suoi bisogni.
La comunicazione nello specifico diverrebbe così impermeabile aprendo la strada a conflitti di coppia apparentemente irrisolvibili, non negoziabili. Un passo importante della terapia è individuare quei cicli interattivi che alimentano in maniera disfunzionale suddette dinamiche di tipo biasimo/difesa, così da promuovere modalità di attaccamento stabili.
In particolare: nelle coppie in cui uno dei due risulti affetto da malattia cardiaca pare evidente come questi interventi migliorino la soddisfazione di coppia e, ovviamente, il benessere psichico generale.
L'emotionally focused therapy prevede un trattamento suddiviso in tre fasi principali.
La prima è detta "De-escalation", fase in cui si sviluppa l'alleanza terapeutica indagando le emozioni nascoste sottostanti gli schemi relazionali auto rinforzatisi, così come, i relativi bisogni di adattamento.
Essa è seguita dal "Cambiamento delle posizioni interattive". A questo livello ad essere indagati sono le esigenze del sé rimaste mute, l'insieme dei bisogni che non hanno trovato espressione nei rapporti interpersonali: l'obiettivo principale è proprio la loro integrazione.
La terza fase è quella del "Consolidamento": si sviluppano, ora, nuove soluzioni utili a risolvere vecchie questioni problematiche, in qualche modo connesse alla relazione di coppia, così da giungere allo strutturarsi di nuovi cicli di comportamento e attaccamento.
Si tratta, in sostanza, di un processo di revisione cognitiva e affettiva del funzionamento interattivo dei coinvolti, sulla base delle nuove informazioni e memorie procedurali indicate e apprese (interiorizzate) nel corso del setting terapeutico.
Quanto detto permette al singolo di configurarsi un posto sicuro in cui regolare adeguatamente il dolore, la rabbia e la paura in modo adeguato; in questo modo il paziente traumatizzato può gestire reminiscenze di vecchie relazioni e ricordi negativi in modo costruttivo, sottraendosi alla morsa dei pensieri intrusivi, dei flashback e degli incubi.
In fin dei conti, il dominio della paura può definirsi come la conquista cruciale di un trattamento del trauma: un antidoto naturale nei primati in questo senso è rappresentato dal conforto derivante dal contatto, analogamente, il soggetto cardiopatico può - per mezzo dell'EFT - sostituire strategie disfunzionali/patologiche (quali la dissociazione) rivolgendosi al proprio partner, il quale può mediare una riflessione condivisa su esse.
Una volta, quindi, costituitasi la base sicura, l'abilità di coping di entrambi i partner risulterà essere notevolmente migliorata in ragione di un'intima alleanza e di un un'autentica compliance di coppia (2006, Molinari et al).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Psicologia e cardiologia: analisi di un caso
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Informazioni tesi
Autore: | Maurilio Verdesca |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi del Salento |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Claudia Venuleo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 113 |
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