Emily Brontë. L'intimità della parola

Uno degli elementi che contribuì alla formazione del mito di Emily Brontë come genio solitario e scostante, in volontario isolamento dal mondo sociale, fu senz'altro la fortissima nostalgia di casa che ella provava quando era costretta ad allontanarsi da Haworth. Appare quasi certo che Charlotte, dopo la morte di Emily, abbia inasprito con un certo grado di consapevolezza questo lato del carattere della sorella, che pure era presente, anche se Emily non fu mai di costituzione tanto gracile da rischiare la vita ogniqualvolta che dovette soggiornare lontano dalla canonica.

Non partì mai volontariamente, né volentieri, e l'idea di dover vivere, seppur per un periodo di tempo limitato, lontano dalle sue brughiere, non le arrise mai. Sicuramente la nostalgia costituì una pena difficile da sopportare, e tale angoscia a volte si riflesse anche sul suo corpo. Il soggiorno a Bruxelles ne è una valida dimostrazione. Eppure, una forte nostalgia, a tratti anche feroce, esisteva senz'ombra di dubbio.

Contrariamente alle sorelle, che desiderarono anche con veemenza un futuro lontano da Haworth, Emily non dette mai segno di desiderare altro che la tranquillità necessaria per poter rimanere ad Haworth e scrivere.
Non cercò mai “casa” altrove; l'unica e sola “casa” che aveva consapevolmente scelto, poiché sentiva di appartenerle, era Haworth. Ancora bambini, i fratelli maggiori risero di lei scrivendo il racconto Un giorno al palazzo di Parry, perché il regno di Parrysland, retto dall'ex soldatino Gravey, ora tramutatosi in Sir Edward Parry, appariva semplice, frugale, soprattutto concreto e realistico.

Non aveva niente in comune con il sontuoso, orientaleggiante e mondano Wellingtonland di Charlotte; i suoi paesaggi erano dello Yorkshire, le case di Haworth, la cucina di Tabby.116 Molto prima di Gondal e di Wuthering Heights, Emily aveva schizzato la vocazione peculiare della sua vita di adulta: al trattenersi fisicamente vicino alla casa che l'aveva vista crescere corrispondeva il concomitante inoltrarsi altrove sulle ali della fantasia. Per tutta la vita anelò alla libertà, al privilegio di poter essere se stessa, e la libertà per lei s'incarnava in un luogo preciso, la brughiera dietro la canonica [...].

Nell'equilibrato sentire di Emily appare lontanissimo il sentimento romantico, che avrebbe piuttosto accusato la natura di non aver voluto concedere consolazione.
L'impronta del mistero e dell'angoscia, componenti tipici della poetica di Emily, erano intrinsecamente connessi a quelle forze naturali di norma trattenute, e sottovalutate, eppure sempre latenti e pronte a scatenare la loro terribile furia.