Gus Van Sant: Elephant
Elephant, un mosaico del decadimento morale americano
Ciò che emerge da una complessa visione d’insieme di Elephant, è la volontà, da parte del regista Gus Van Sant, di costruire ed uniformare un articolato mosaico sociale attraverso il quale evidenziare, non “spiegare”, le ragioni, e le conseguenze, del decadimento morale americano. Composto di tanti piccoli tasselli, il mosaico, prende forma e colore senza che lo spettatore più avveduto se ne accorga. È un processo di ricerca dell’individuo, dell’individuale. "L’ascesa dell’individualità è stata la spia del progressivo indebolimento – per disintegrazione o distruzione – della fitta rete di legami sociali che avviluppava strettamente la totalità delle attività della vita". Elephant non è una risposta. Non vuole esserlo. Appare piuttosto un’indagine in cui la conclusione spetta direttamente allo spettatore.
Il mosaico prende forma: famiglia, diritti sociali, ideali, emarginazione, amore, amicizia, cultura; tutto viene negato. Il problema è l’individuo. Ora vedremo il perché. "Poiché “essere un individuo” viene normalmente tradotto come “essere diverso dagli altri” e poiché è a “me”, al mio io, che si rivolgono l’invito e l’aspettativa a emergere e a distinguersi dagli altri, il compito appare intrinsecamente autoreferenziale".
In una società come quella americana presentata in Elephant, le possibilità di crescita appaiono ridotte ai minimi termini. La famiglia, per lo meno l’immagine che Van Sant decide di darcene, si presenta come un nucleo ambiguo senza governo. Le figure parentali all’interno della pellicola si mostrano, nelle loro apparizioni, ben al di sotto del ruolo educativo e sociale di cui dovrebbero farsi carico. L’ autorità dell’insegnamento scompare; il presupposto della crescita viene nascosto.
Ci troviamo dinanzi ad un genitore, il padre di John, in preda ad un palese innalzamento del tasso alcolico sin dalle prime ora del giorno. Un individuo confuso. Un’inversione di ruoli a cui l’uomo tenta strenuamente di resistere, raccomandando al figlio, con fare protettivo, di allacciare la cintura di sicurezza dopo essersi fatto sostituire al volante causa la forte ebbrezza. La famiglia, l’esempio, diviene un concetto vago, mutevole, che dissimula l’operato attraverso sfaccettature che testimoniano il suo sorpasso generazionale. Non esiste più. È la testimonianza di un simulacro oramai scarno. In una pellicola di adolescenti sbandati, gli adulti, più che una cura, rappresentano un’aggravante. Il padre di John è anch’egli uno sbandato.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gus Van Sant: Elephant
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Informazioni tesi
Autore: | Cristiano Anania |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze e tecnologie delle arti figurative, musica, spettacolo e moda |
Relatore: | Giovanni Spagnoletti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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