L'Accordo di libero scambio tra Serbia e Russia: opportunità per le imprese italiane
Effetti indiretti degli IDE sulla crescita economica
Per il paese ricevitore degli investimenti, gli IDE rappresentano un pacchetto composto da capitale, know-how e tecnologia. L’effetto positivo indiretto che gli IDE esercitano sul paese ricevitore consiste nel trasferimento di conoscenze, innovazioni e capacità tecnologiche. Le aziende straniere provenienti dai paesi industrializzati possono contribuire alla crescita economica delle aziende locali attraverso la diffusione delle conoscenze tecnologiche, know-how, esperienza, prassi manageriali e organizzative alternative. Tuttavia, la dimensione degli effetti positivi degli IDE dipende dalle riserve del capitale umano disponibile nel paese ospitante e dalle sue capacità assorbenti delle tecnologie disponibili. In sostanza, la logica è che solo i paesi con livelli sufficientemente alti di capitale umano possano sfruttare gli effetti diffusivi tecnologici associate agli IDE.I paesi del sud-est Europeo, tra cui la Serbia, si caratterizzano per un alto livello di formazione, e una forza lavoro relativamente abile, per cui hanno già ottenuto (il minimo/sufficiente) livello di “capacità assorbente” necessarie per lo sfruttamento dei benefici connessi agli IDE. Le cosiddette “capacità assorbenti” dipendono anche dal livello dello sviluppo istituzionale del paese ospitante, come già discusso in precedenza nel presente capitolo.
Inoltre, un altro fattore cruciale per l’ottenimento degli effetti positivi che esercitano gli IDE è l’apertura al commercio internazionale. Questo vale specialmente per gli investitori che delocalizzano la produzione e che poi rimpatriano una buona parte di essa (se non la totalità, come verrà illustrato nel caso aziendale del gruppo Calzedonia nel capitolo 3).
Gli IDE in Serbia
Gli investimenti diretti esteri in Serbia hanno una lunga tradizione, ma è solo di recente che essi hanno avuto una vera e propria esplosione. L’influenza del capitale straniero sull’economia serba iniziò dopo la Prima Guerra Mondiale. In quel periodo gli IDE non erano regolati dal punto di vista normativo. È solo nell’ultimo decennio del ventesimo secolo e nel primo del ventunesimo secolo, che attraverso il processo di trasformazione dell’economia e di privatizzazione, viene regolato l’afflusso degli investimenti diretti esteri. In particolare, nel gennaio 2002 viene emanata la legge che regola gli investimenti diretti esteri insieme ad altre leggi volte alla creazione di un ambiente economico-legislativo favorevole per l’investitore straniero (come per esempio la legge sulle zone franche).
La ragione della tarda apertura della Serbia verso gli IDE va cercata nella politica estera del paese. La guerra nei territori dell’ex Federazione Jugoslava ha rallentato il processo di transizione dell’economia dei suoi stati membri e le sanzioni applicate alla Serbia, da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, hanno portato il paese nell’isolamento economico e politico. Le conseguenze dell’embargo economico sono state la forte disoccupazione e l’iperinflazione. L’economia del paese, sfinita da sanzioni e da altri tipi di restrizioni e con un grande ritardo nello sviluppo tecnologico, trova difficoltà ad inserirsi nel contesto moderno dell’economia mondiale.
Dal 2000 in poi, dopo cambiamenti politici messi in atto dal governo serbo e dopo l’abolizione delle sanzioni da parte delle Nazioni Unite, la Serbia comincia il suo percorso di inserimento nell’economia mondiale. L’economia del paese non ha mezzi propri per uscire dalla crisi e la sua unica salvezza è l’attrazione degli investimenti diretti esteri. A questo proposito, il Governo serbo si è impegnato al massimo a creare un ambiente economico positivo per gli investitori stranieri. I risultati del suo impegno sono evidenti, giacché dal 2000 la Serbia ha attratto più di 20 miliardi di euro di IDE. [...]
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L'Accordo di libero scambio tra Serbia e Russia: opportunità per le imprese italiane
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Informazioni tesi
Autore: | Nevena Jelic |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Fabio Cassia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 134 |
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