La regolamentazione del lavoro nei paesi in via di sviluppo
Effetti del salario minimo nei PVS: Indonesia e Brasile
Data l’ambiguità delle previsioni teoriche, non è sorprendente che esista una vasta letteratura che cerca di valutare empiricamente gli effetti dei salari minimi. La maggior parte di essa ha analizzato il salario minimo negli Stati Uniti, ma molti studi sono stati condotti anche nel contesto dei Paesi in via di sviluppo. Infatti, in tale contesto, nessun altro tipo di regolamentazione del mercato del lavoro ha ricevuto più attenzione rispetto al salario minimo. Di solito gli studi empirici sugli effetti dei salari minimi si sono concentrati in particolare su due variabili: i salari, in genere per coloro che sono occupati nel settore formale, e l’occupazione, considerando stavolta sia il settore formale che quello informale. La maggior parte delle prove sulle nazioni in via di sviluppo proviene dall’America latina (in particolare Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica e Messico) e dall’Indonesia. La fissazione del salario minimo introdotta per la prima volta nel l956 in Indonesia, occupa un posto centrale nella politica nazionale per il settore della manodopera. Il Consiglio sul salario nazionale è stato costituito nel l969, ed ad ogni provincia ne viene assegnato uno regionale o provinciale le cui funzioni riguardano principalmente il calcolo del livello dei bisogni di base dei lavoratori e delle loro famiglie. I salari minimi regionali e i salari minimi settoriali sono considerati come strumenti per migliorare i salari dei lavoratori. Norme internazionali del lavoro sul salario minimo hanno avuto una notevole influenza sulle istituzioni chiamate a impostare un salario minimo nazionale. La prima convenzione dell’ILO (organizzazione internazionale del lavoro) è stata elaborata nel l928, mentre la seconda stata adottata nel l970. La prima convenzione incoraggia la creazione di salari minimi nei mercati in cui non esistono tali disposizioni, per una regolazione efficace dei salari nei contratti collettivi e per i salari sono eccezionalmente bassi. La seconda Convenzione si riferisce a tutti i gruppi di lavoratori dipendenti le cui condizioni di lavoro richiedono una opportuna copertura, e cita due serie di elementi da prendere in considerazione per fissare i salari minimi: le esigenze dei lavoratori e i fattori economici. La fissazione dei salari minimi di lavoro è rimasta una questione nazionale in Indonesia, in cui ogni provincia ha una propria esperienza particolare e un proprio dilemma nel trattare e conciliare ciò che è spesso visto come una questione di considerazione dei bisogni di base dei lavoratori, e delle esigenze delle imprese e dell’economia di crescere, essere produttive e competitive. L’Indonesia è un luogo ideale per uno studio di questo genere. E’ un paese a reddito relativamente basso (PIL pro capite di $ 980 nel 1995), ma ha un grande settore manifatturiero cresciuto a seguito del boom della produzione avvenuto a partire dalla metà degli anni ‘80). Gran parte di questo settore è a bassa tecnologia e bassi salari, per esempio, l’abbigliamento, il tessile, le calzature e il cuoio. Limitiamo la nostra attenzione a questo settore, perché queste industrie hanno un elevato numero di lavoratori dipendenti a basso reddito, prevalentemente di tipo femminile. Anche se l’Indonesia ha anche una lunga storia di legislativa riguardo al salario minimo, l’inosservanza delle leggi sul salario minimo è un problema ben più grave nei Paesi in via di sviluppo rispetto ai paesi sviluppati, a causa della debolezza dei Governi nell’imporne il rispetto. Inoltre troviamo differenze nel salario minimo legale tra imprese geograficamente vicine, ma localizzate su diversi lati dei confini provinciali. Una differenza particolarmente evidente nei salari minimi avviene entro i confini della Greater Jakarta (che è il centro di produzione dell’Indonesia) parte della quale è in provincia di Jakarta e in parte nella vicina provincia di West Java. Nel 1990 il salario minimo era del 36% superiore a Jakarta rispetto al West Java. Ma già nel 1994 non c’era più alcuna differenza tra i salari minimi nelle due regioni. Infine, prima della crisi, l’Indonesia ha registrato un notevole afflusso di capitali internazionali. Il settore manifatturiero è costituito da imprese nazionali e multinazionali. Ad esempio, sia la Nike che la Reebok producono nella zona di Jakarta. Anche se l’Indonesia è il quarto paese più popoloso del mondo, infatti le sue isole coprono una superficie superiore a quella dell’Europa, la sua media relativamente bassa di reddito pro capite la sua economia è considerata di dimensioni ridotte in termini internazionali, solo il 3% circa di quello degli Stati Uniti. Tuttavia, prima della crisi finanziaria del 1997 l’Indonesia visse un boom di produzione. [...]
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La regolamentazione del lavoro nei paesi in via di sviluppo
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizio De Gregorio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli studi di Napoli "Parthenope" |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Riccardo Marselli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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