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Click democracy: democrazia digitale e partecipazione politica

e-campaing

Secondo Bentivegna in “Campagne elettorali in rete” il primo uso di internet in Italia come strumento di competizione politica è avvenuto nel 1996. Bentivegna individua tre fasi che si susseguono fino al 2006 nella scoperta di questo strumento.

1. La prima fase consiste nel periodo 1996-2000: l’uso di Internet è ancora molto sperimentale. Vedono la luce i primi siti di partiti, aperti giusto poco tempo prima del voto. Nel nostro paese c’è ancora una forte ingenuità verso le possibilità delle nuove tecnologie.

2. La seconda fase si apre nel 2001 e prosegue fino al 2004 .Viene definita da Bentivegna: “ Trials and Errors”. L’uso del nuovo mezzo diventa più sofisticato, ma è ancora troppo in ritardo rispetto ad altri paesi del mondo, dove l’e-campaing è già una realtà.

3. La terza fase viene definita da Bentivegna come quella ancora in svolgimento. In realtà il testo “Campagne elettorali in rete” risale al 2006, e, rispetto a quella data, sono intervenuti numerosi cambiamenti, anche nella politica italiana. L’uso di Internet è ormai un dato acquisito, tutti i candidati politici e i partiti dispongono di un sito web.

4. Personalmente, ritengo che ci sia una quarta fase, quella che comprende l’arco temporale dal 2006 al 2014. Internet, ormai, è parte del nostro vivere quotidiano e ci circonda costantemente con contenuti informativi. Ogni candidato non ha solo il proprio sito, ma è presente in molti social network e blog. I rappresentanti della nostra scena politica comunicano, annunciano, rispondono, polemizzano in tempi brevissimi a volte in 140 caratteri.

Bisogna, però, tenere presente l’obiettivo essenziale di ogni campagna elettorale: evitare manifestazioni di dissenso e critica che potrebbero risultare dannosi per il partito o il candidato. Ciò è reso molto più difficile con i social media perché le espressioni debbono risultare chiare e brevissime, al fine di catturare l’attenzione e non sempre i candidati riescono in questo intento. Molti partiti, infatti, hanno riscontrato parecchie difficoltà a far acquisire nuove modalità comunicative ai propri esponenti. Le principali difficoltà di uso, secondo Bentivegna, sono imputabili a:

- Persistenza di un’organizzazione verticistica e centralizzata;
- prevalenza dell’interesse personale rispetto al collettivo;
- derubicazione di internet a strumento di comunicazione organizzativa interna

Nel 2006 molti sono stati i nuovi blog, introdotti al fine di e-campaing, ma nessuno di questi è stato in grado di modificare o incidere, significativamente, sullo svolgimento della campagna elettorale e, di conseguenza, sui risultati elettorali, fatta eccezione per il blog “Beppegrillo.it”, che invece ha di molto modificato l’andamento delle elezioni. La forte crescita di siti riconducibili a partiti si lega al sistema elettorale di tipo proporzionale.

Un elemento da evidenziare è che molti piccoli nuovi partiti e movimenti, precedentemente di scarsa visibilità e seguito, sono riusciti, con un abile uso di Internet, a modificare il loro ruolo e il loro peso rappresentativo, per esempio, gli indignados, il popolo viola e il Movimento 5 Stelle. Altre associazioni e formazioni, invece, causa un errato impiego delle nuove tecnologie, hanno perso consensi e seguiti. Internet presuppone, quindi, una piena padronanza da chi lo utilizza, diversamente può ritorcersi contro e compromettere seriamente il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Click democracy: democrazia digitale e partecipazione politica

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Informazioni tesi

  Autore: Ilaria Santinelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia e teoria dei processi comunicativi
  Relatore: Michela Nacci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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Parole chiave

blog
partecipazione politica
stefano rodotà
tecnologia e politica
democrazia digitale
click democracy

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