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Valutazione delle preferenze delle famiglie italiane per le fonti alternative nella produzione dell’energia elettrica

Due diverse categorie economiche di risorse rinnovabili

Nell’ambito della distinzione convenzionale delle risorse in rinnovabili e non rinnovabili, proposta al precedente paragrafo, non è rappresentata un’importante distinzione interna alla categoria delle risorse rinnovabili, la quale include almeno due gruppi di risorse che hanno caratteristiche fisiche e, quindi, economiche abbastanza differenti.

Il primo può essere descritto come risorse biologicamente rinnovabili e riguarda, tra le altre risorse naturali (quali ad esempio la pesca), le fonti energetiche come le foreste e le biomasse. Il secondo gruppo è composto dalle risorse fisicamente rinnovabili: energia idroelettrica, solare, delle maree, delle onde marine e del vento; tali fonti energetiche si manifestano come un flusso non biologico continuo di risorse.

La letteratura non tiene conto di queste differenze e, pertanto, oggi non esiste alcuna teoria economica che si occupi specificamente dei due singoli gruppi di risorse energetiche, nonostante la presenza di dettagliate rappresentazioni tecniche e scientifiche (come per esempio le diverse distinzioni fra risorse stock e risorse flusso). Occorre, inoltre, una teoria che spieghi la produzione e il consumo di tutte le risorse naturali e che possa tener conto della transizione di una risorsa da una categoria ad un’altra.

Per esempio, alcune delle risorse flusso come le foreste, dato il loro elevato e accelerato tasso di sfruttamento precedente, sono ora protette, poiché considerate stock naturali o risorse emergenti con una nuova importanza paesaggistica o ambientale. Le spiegazioni degli economisti delle risorse naturali sono necessarie per capire pienamente le implicazioni e le conseguenze dell’uso delle risorse stesse nei processi economici.

Alcuni autori (Tietenberg, 1996) distinguono nettamente le risorse rinnovabili che sono dipendenti dal comportamento umano per la continuità della loro esistenza e per la loro disponibilità, che, nell’ambito di questo lavoro, potremmo identificare con l’energia prodotta dalle biomasse, dalle risorse il cui flusso è indipendente da ogni azione umana, come è il caso dell’energia solare.

Altri (Jones e Collier, 1997) distinguono tra risorse flusso o organiche che sono capaci di riprodursi da sole, ma risultano fondamentalmente influenzate dall’agire umano con riguardo al loro esaurimento, al loro mantenimento o al loro incremento (si pensi alla disponibilità di acqua nei bacini idroelettrici e alle foreste), e risorse continue che sono disponibili indipendentemente dalle nostre azioni, ma che possono essere modificate al momento del loro uso per renderle più adatte ai nostri bisogni (energia eolica e solare).

Probabilmente, la migliore classificazione delle risorse naturali, in quanto sintetica e incontrovertibile al contempo, è quella che divide le risorse riproducibili in incondizionatamente rinnovabili, tra le quali l’energia derivante dal sole, dal vento e dalle maree e condizionatamente rinnovabili, come la pesca, i raccolti, le foreste e gli ecosistemi in generale e, con riferimento particolare alle fonti energetiche, le biomasse.

La considerazione del solo valore d’uso di una risorsa, inteso come suo contributo a un processo produttivo (punto di vista fondamentale dell’economia neoclassica), è superata, se si adotta un più ampio significato di risorsa, con il quale si riconosce che l’impiego di molte risorse rinnovabili consente la conservazione dell’integrità degli ecosistemi nei quali esso avviene.

In alcuni casi, l’uso razionale di una risorsa energetica può fornire servizi ecologici aggiuntivi, così come avviene con lo smaltimento di rifiuti che, prodotti in altri ambiti dell’agire umano, possono essere trasformati con una duplice finalità, la loro degradazione bio-chimica e la produzione di energia dal processo di smaltimento degli stessi. Queste funzioni delle risorse energetiche rinnovabili contribuiscono a quella che si può definire “infrastruttura naturale” che è stata spesso ignorata dagli economisti, in quanto considerata come un free good, cioè come un bene senza valore poiché non avente un prezzo di mercato (Jowsey, 2007).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Valutazione delle preferenze delle famiglie italiane per le fonti alternative nella produzione dell’energia elettrica

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Palladino
  Tipo: Tesi di Dottorato
Dottorato in Istituzioni e metodi di analisi dei sistemi territoriali
Anno: 2010
Docente/Relatore: Cicia Gianni
Correlatore: SalvatoreRenato
Istituito da: Università degli Studi di Cassino
Dipartimento: Metodi quantitativi per l'economia e il territorio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 284

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