Sistema Accusatorio ed Impugnazioni
Dubbi sulla legittimità costituzionale della disciplina transitoria
La disciplina transitoria è stata oggetto di critica ancor prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, e il giorno successivo all'entrata in vigore della legge un gran numero di Procuratori Generali ha sollevato questione di legittimità costituzionali davanti alle varie Corti di Appello chiamate a decidere su appelli già proposti avverso sentenze di proscioglimento.
Le critiche sollevate durante la formazione della legge non si sopirono dopo l'entrata in vigore della stessa. Inevitabile, e per un certo verso alquanto prevedibile nonostante i sostenitori della riforma avessero più volte auspicato una corretta applicazione della normativa, il comportamento dalla magistratura, la quale, utilizzando il giudizio incidentale di legittimità costituzionale, si attivò immediatamente per limitare il più possibile gli effetti della riforma.
In estrema sintesi, le critiche si concentrarono sugli artt. 576 e 593, comma 2 c. p. p., e sul regime transitorio contenuto nell'art. 10 della legge; si riteneva che la normativa sull'appello contrastasse con l'art. 3 Cost. poiché permetteva all'imputato di impugnare le sentenze di condanna, nelle quali è la parte soccombente, ma non conferiva tale potere al p.m. nella speculare situazione, ossia nel caso di sentenze assolutorie; con l'art. 24 Cost. poiché, limitando il potere del p.m., si limitava il potere della collettività di essere tutelata da possibili errori giudiziari; con l'art. 111 Cost. per lesione del principio della parità delle parti e di quello della ragionevole durata; con l'art. 112 Cost., in quanto ne risultava eluso l'obbligo di esercitare l'azione penale.
In particolare, secondo la Corte d'Appello di Bologna, l'art. 111, comma 2, che sancisce il principio della parità delle parti, sarebbe stato violato dai primi due commi dell'art. 593 c. p. p., dai quali scaturiva uno sbilanciamento globale. Tale principio deve essere garantito in tutti i gradi del processo ed ogni limitazione del potere di una delle parti deve essere ragionevole; la ragionevolezza non risultava essere presente se una delle parti, fra l'altro proprio quella soccombente, non poteva proporre appello, creando in tal modo uno squilibrio assoluto “destinato a ripercuotersi a catena sul complessivo assetto processuale, che così perde coerenza ed armonia”. La reciprocità, rispettata nel diritto alla prova, veniva meno per il potere di impugnare.
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Sistema Accusatorio ed Impugnazioni
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Informazioni tesi
Autore: | Veronica Francesca Aresu |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Arturo Capone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 306 |
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