I Disturbi del Comportamento Alimentare ed il fenomeno dell'Emotional Eating
Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI)
Il Disturbo da alimentazione incontrollata (DAI) è stato, negli ultimi anni, oggetto di numerosi studi soprattutto a causa dell'incidenza dell'obesità (Schwarze, et al.,2003; Mazzeo et al., 2005).
Il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association, 2000) lo presenta come un Disturbo dell'Alimentazione Non Altrimenti Specificato che necessita di ulteriori ricerche. Tale disturbo, identificato da Stunkard nel 1959, si caratterizza per la frequente comparsa di crisi di voracità durante le quali il soggetto assume grandi quantità di cibo in poco tempo senza ricorrere successivamente ai comportamenti compensatori inappropriati tipici della bulimia nervosa (vomito autoindotto, abuso di lassativi, digiuni, eccessivo esercizio fisico). Gli episodi ricorrenti di alimentazione impulsiva si contraddistinguono specificatamente per indicatori soggettivi e comportamentali di riduzione del controllo quali: mangiare velocemente fino sentirsi spiacevolmente pieni, ingerire grandi quantità di cibo senza avere fame, mangiare da soli per l'imbarazzo causato dalla quantità di cibo ingerita e provare disgusto, depressione e senso di colpa dopo le abbuffate; frequenti appaiono anche le preoccupazioni del soggetto circa gli effetti a lungo termine che tale comportamento può avere su forma e peso del proprio corpo (Cotrufo et al., 2005).
La sintomatologia conclamata è caratterizzata da assunzioni di cibo massicce, disordinate, caotiche, vissute spesso in modo quasi automatico e passivo; tali episodi sono il risultato di un’idea prevalente che assume, immediatamente prima che si scateni l'abbuffata, le caratteristiche di un'ossessione. Infatti, l'abbuffata è vissuta come profondamente godistonica, insoddisfacente e fonte di frustrazione, tuttavia non è seguita da nessun comportamento compensatorio, a differenza della Bulimia Nervosa (Wonderlich, Joiner, Kell, Williamson, Crosby, 1990). A differenza dalla bulimia non si riscontra il circolo vizioso tra i tentativi di restrizione, l'abbuffata e i comportamenti eliminativi; il problema principale sembra consistere in una difficoltà a controllare l'impulso ad alimentarsi (Vinai, Todisco, 2007). Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata è correlato all’obesità anche se tale caratteristica non è necessaria per la diagnosi di DAI. La frequenza media degli episodi di alimentazione incontrollata, essenziale per diagnosticare questo disturbo, è di almeno 2 giorni settimanali per un periodo di 6 mesi (APA, 2000); la maggior parte dei soggetti che presentano tale disturbo alimentare risulta sovrappeso o obesa e tali individui, inoltri, sono soliti dichiarare che il loro modo di mangiare interferisce significativamente sulla propria vita relazionale, lavorativa e sull'immagine di sé.
Nonostante la maggioranza dei soggetti affetti da questo disturbo siano sovrappeso (IMC tra 25 e 29,9) o francamente obesi (IMC>30), la presenza contemporanea del sintomo e di un BMI>30 kg/m2, non consente automaticamente di porre diagnosi di Disturbo da Alimentazione Incontrollata, in quanto riscontrabile in altre forme cliniche di DCA e anche in soggetti senza un DCA clinico o subclinico.
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I Disturbi del Comportamento Alimentare ed il fenomeno dell'Emotional Eating
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Informazioni tesi
Autore: | Carolina Dal Maso |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia dello sviluppo e dell'educazione |
Relatore: | carlo Faravelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 155 |
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