Questioni aperte sulla legge 20 maggio 1985, n. 222
Dissensi e questioni irrisolte tra Stato e Chiesa cattolica sul tema delle finalità degli enti ecclesiastici
Nel paragrafo precedente si è parlato di come il legislatore concordatario abbia proposto una soluzione possibile a sanare eventuali contrasti che possono sorgere tra il confronto delle norme di diritto canonico e le norme della legge n. 222 del 1985 con particolare riguardo al concetto di finalità di religione o di culto.
Tutto ciò non è, comunque, sufficiente a far venire meno eventuali dissensi e contrasti che investono ulteriori questioni, quali la stessa che riguarda le finalità degli enti ecclesiastici.
Si prenda nuovamente n esame lo stesso can 114 del codice di Diritto canonico.
Come si è già osservato in precedenza, al paragrafo uno vengono enumerate le varie modalità ci costituzione di un ente ecclesiastico ovvero ex ipso iure praescripto, ovvero in base ad una specifica concessione da parte della competente autorità per mezzo di un decreto.
Al paragrafo successivo il legislatore canonico attribuisce uno specifico contenuto ai fini menzionati di cui al paragrafo 1 dello stesso disposto, mentre nell'ultima parte si raccomanda che l'autorità competente della Chiesa non conferisca la personalità giuridica se non a quegli insiemi di persone o di cose che perseguano un fine effettivamente utile, e che siano fornite dei mezzi idonei a perseguirlo.
La norma del can. 114 offre al paragrafo due una spiegazione di cosa la chiesa intenda per fine di religione o di culto all'interno dell'ordinamento canonico.
Secondo tale dizione vengono ricomprese all'interno delle finalità religiose anche quelle apostoliche menzionate ai disposti di cui ai cann. 1254 e 298 del codice di diritto canonico.Fin qui non è stato asserito nulla di nuovo rispetto a quanto era già stato affermato in precedenza, ma questo richiamo è utile al fine di inserire un ulteriore punto della questione.
A questo proposito se si osserva attentamente alla lettera dell'art 2 della legge n. 121 del 1985 si può notare che le finalità della Chiesa in esso enumerate non si riducono a quelle contemplate nell'art. 16 della l. 222 del 1985.
Tuttavia la commissione paritetica, che ha redatto il protocollo sugli enti e sui beni ecclesiastici, ha voluto escludere dall'ambito del riconoscimento quali enti ecclesiastici istituti che pure non possono definirsi propri e tradizionali nell'ordinamento della Chiesa.
Inoltre sulla base dell'intesa interpretativa per scambio di note verbali del 10-30 aprile 1997 tra la Santa Sede e la Repubblica italiana in relazione agli Accordi del 18 febbraio 1984, III "gli enti ecclesiastici sono riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili nel rispetto delle loro caratteristiche originarie stabilite dalle norme di diritto canonico".
In proposito anche qui emerge una palese discrasia tra le finalità enumerate dalla legge e quelle richieste dall'ordinamento canonico per il riconoscimento di una persona giuridica."
Questo brano è tratto dalla tesi:
Questioni aperte sulla legge 20 maggio 1985, n. 222
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Informazioni tesi
Autore: | Efrem Nicodemo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Manlio Miele |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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