Consumo di alcol e droga nella giovane età adulta. Uno studio tra gli studenti universitari ciprioti e gli studenti internazionali a Cipro.

L’analisi dei dati ha generalmente confermato le ipotesi di ricerca.
Il confronto fra le medie ha confermato l’esistenza di differenze tra studenti ciprioti e non ciprioti nel consumo di alcol. Più in dettaglio, tali differenze si sono mostrate significative riguardo alla frequenza di binge drinking ed ubriachezza negli ultimi sei mesi; gli studenti ciprioti sembrano bere alcol smodatamente in meno occasioni ed ubriacarsi più saltuariamente. Ciò è in linea con quando verificato dall’Espad in diversi sondaggi (Espad, 1995, 1999, 2003, 2007). Per quanto riguarda il consumo di alcol negli ultimi sei mesi non sono state riscontrate differenze di nazionalità tra gli studenti intervistati. I dati sul consumo generale di bevande alcoliche invece vanno in direzione contraria alla mia ipotesi, congruente con i ritrovati Espad (2007); nella corrente ricerca sembrano essere gli studenti internazionali coloro che bevono generalmente di più ed hanno l’età di iniziazione all’alcol significativamente più bassa.

L’iniziazione all’alcol e le sue modalità d’uso sono fortemente determinate dagli schemi culturali del Paese (Ciairano, 2004). Possono essere identificate due principali funzioni che hanno differenti conseguenze per l’adattamento del soggetto: una funzione più adattiva che promuove i legami relazionali tra le persone ed è correlata ad un uso sociale e moderato ed una funzione meno adattiva legata all’intossicazione occasionale e alla perdita del controllo comportamentale, che non è compatibile con gli standard culturali e che nei casi più estremi porta all’isolamento sociale e al disadattamento.
La prima funzione è generalmente più comune nei giovani dei paesi mediterranei, dove vi è una lunga tradizione storica connessa al consumo di alcol ed in particolare di vino e dove le famiglie hanno un ruolo notevole nella socializzazione con l’alcol, mentre la seconda è più caratteristica nei paesi del nord Europa. Questo potrebbe spiegare il perché gli studenti universitari ciprioti abbiano un tasso di abuso di alcol sostanzialmente inferiore a studenti di altri paesi, tuttavia non spiega il dato riguardante il consumo generale d’alcol, anch’esso inferiore tra i ciprioti.
A mio parere, in un’isola di dimensioni ridotte come Cipro, in cui da secoli convivono più o meno pacificamente popolazioni Cristiane Ortodosse e popolazioni Islamiche è plausibile che la cultura si sia formata amalgamando con il tempo i tratti di queste due religioni.

Potrebbe essersi plasmato in tal modo un carattere culturale che, andando oltre l’appartenenza religiosa, vede il vino e gli alcolici da una parte come segno di convivialità, ma dall’altra come sostanza di cui è meglio fare un uso decisamente limitato in quanto potenzialmente molto dannosa per la salute. Questa ipotesi sarebbe da verificare con successive ricerche.