Wound care: responsabilità professionale e revisione critica sull utilizzo del miele nella cura delle ferite croniche

La detersione della lesione è un processo che permette la rimozione dalla superficie della lesione e dal tessuto peri-lesionale di agenti contaminanti, rimozione del tessuto devitalizzato,e da residui di medicazioni precedentemente usati e di ridurre la presenza di microrganismi patogeni.
Come suggerito dalle linee guida, se il materiale deposto sulla lesione non può essere rimosso semplicemente e delicatamente con un liquido, occorre adottare una tecnica di debridement più cruenta.
La rimozione dei detriti può essere effettuata normalmente con soluzioni isotoniche come la soluzione fisiologica o il ringer lattato, ma nel caso vi siano depostiti più difficili da rimuovere è possibile adoperare detergenti con capacità maggiori di rimozione del biofilm che agevolano la lisi della membrana mucopolisaccaridica di questi ultimi.
La detersione di una lesione è effettuata sistematicamente dagli operatori sanitari e ancora oggi ci sono delle discrepanze e delle conoscenze sbagliate sull'utilizzo degli agenti detergenti, antisettici e disinfettanti.
Intanto di seguito verranno definiti i tre termini che creano confusione ai meno esperti.

Per detersione intendiamo “l'uso di soluzioni per rimuovere dalla superficie della ferita i detriti e il tessuto necrotico scarsamente aderente”, secondo una definizione del Joanna Briggs Institute del 2006.

Per antisepsi invece, la riduzione del numero di batteri presenti sulla ferita.

Per antisettico intendiamo una qualsiasi sostanza che in base alle sue caratteristiche fisico-chimiche è in grado di prevenire o bloccare lo sviluppo di agenti patogeni sul letto della ferita, attraverso l'inibizione o la distruzione degli stessi.

Mentre per disinfettante, intendiamo un agente chimico che è in grado di distruggere microrganismi patogeni, come batteri, funghi e virus, su materiale inorganico e non su soggetti organici. […]