Analisi di un processo di produzione di bio-aromatici dalla lignina

Si distingue tra:
⁃ Depolimerizzazione della lignina isolata, che coinvolge appunto la lignina modificata, ovvero quella estratta durante il frazionamento e che successivamente subisce uno dei trattamenti di depolimerizzazione affrontati finora.
⁃ Depolimerizzazione della lignina nativa, un approccio che interessa la lignina ancora all’interno della lignocellulosa. Non ha dunque subito alcuna modifica

Il vantaggio della depolimerizzazione della lignina nativa è rappresentato dal fatto che si evita la riduzione della reattività durante il trattamento della lignina. Il problema infatti è che durante il frazionamento si verifica una diminuzione dei legami eterei C-O e un conseguente aumento dei legami C-C, modificando così la struttura della lignina nativa. Poiché la resa teorica del monomero dalla lignina è approssimativamente proporzionale al quadrato del numero dei legami eterei, allora una loro piccola diminuzione riduce drasticamente la resa del monomero durante la depolimerizzazione. Una strategia consiste appunto nell’effettuare questo nuovo approccio, che consente dunque di avere rese maggiori e prevede la combinazione di isolamento e depolimerizzazione: le due fasi avvengono contemporaneamente, vedi Fig. 18.

Questo metodo comunque si divide a sua volta in due tipologie: frazionamento catalitico riduttivo (RCF) e depolimerizzazione catalitica one-pot. La differenza tra i due consiste che il metodo one-pot effettua la conversione dell’intero substrato lignocellulosico, in un solo passaggio. A differenza dell’RCF non esegue un frazionamento, perché converte sia la lignina che i carboidrati (cellulosa ed emicellulosa).