Le psicosi collettive: dinamiche e fenomeni
Deliri e/o fenomeni culturali?
Dal punto di vista della nostra indagine, ci interessa capire se alla radice di alcuni fenomeni ci sono, o potrebbero esserci, elementi simili o assimilabili, nonché scoprire quali siano, se esistono, i fattori culturali e relazionali specifici che contribuiscono all’insorgere di particolari eventi. Cercheremo soprattutto di scoprire se c’è una chiave di lettura che consenta di accomunare fatti e storie diverse fra loro e distanti nel tempo.
I fenomeni a cui ci riferiamo, sono divenuti argomenti di vivace dibattito in diversi ambiti culturali: sono temi come l’eresia, la demologia, la stregoneria, il licantropismo, il tarantismo ecc., a lungo considerati dagli storici come periferici se non addirittura bizzarri. Sembrerebbe che il destato o ridestato interesse per questi eventi non sia mosso soltanto dalla voglia di cavalcare l’onda della moda neo-occultista (Ginzburg, 1989).
Queste tematiche, infatti, oltre ad aver ridestato l’interessare degli storici, sono entrate a far parte della ricerca di antropologi, teologi, filosofi, sociologi e storici dell’arte, tutti coinvolti nell’indagine sulla realtà umana insieme, ovviamente, a psicologi e psichiatri, più specificamente preposti a comprendere e delineare il confine sottile fra credenza e delirio.
Questo fermento ha contribuito, probabilmente, a quegli importanti avvenimenti che sono la richiesta di perdono della Chiesa per i crimini della Santa Inquisizione e la pubblicazione del volume che raccoglie gli Atti del Simposio Internazionale sull’Inquisizione, organizzato in Vaticano nei giorni 29-31 ottobre 1998 dalla Commissione Storico-Teologica del Comitato per il Grande Giubileo dell’Anno 2000. Quest’ultimo conclude un’indagine, voluta da Giovanni Paolo II, con cui la Chiesa ha inteso puntualizzare scientificamente cosa all’epoca è realmente successo, animata da un desiderio di pentimento, da una parte, e di ridimensionamento del fenomeno, in termini di numero di vittime, dall’altro.
Nella lettera che Giovanni Paolo II ha inviato al Card. Roger Etchegaray in occasione della pubblicazione degli Atti del Simposio Internazionale “L’inquisizione” leggiamo:
“...Nell’opinione pubblica l’immagine dell’Inquisizione rappresenta quasi il simbolo di tale antitestimonianza e scandalo. In quale misura questa immagine è fedele alla realtà? Prima di chiedere perdono, è necessario avere una conoscenza esatta dei fatti e collocare le mancanze rispetto alle esigenze evangeliche là dove esse effettivamente si trovano […] L’istituto dell’Inquisizione è stato abolito […] i figli della Chiesa non possono non ritornare in spirito di pentimento sull’acquiescenza manifestata, specie in alcuni secoli, verso metodi di intolleranza e persino di violenza nel servizio alla verità […] Il 12 marzo 2000, in occasione della celebrazione liturgica che ha contrassegnato la Giornata del Perdono, è stato chiesto perdono per gli errori commessi nel servizio alla verità attraverso il ricorso a metodi non evangelici” (Ioannes Paulus II, 2004).
L’idea di essere al servizio alla verità, comunque permane.
I fatti a cui molto brevemente accenneremo, e non da un punto di vista storico o di cronaca di cui diamo per scontata la conoscenza, sono storie di violenza dell’uomo sull’uomo di una portata tale, in termini di efferatezza e follia della motivazione, da essere fra i primi a venire in mente quando si pensa e si parla di psicosi collettiva.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le psicosi collettive: dinamiche e fenomeni
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Informazioni tesi
Autore: | Donatella Buti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze e Tecniche Psicologiche per l’intervento Clinico per la Persona, il Gruppo e le Istituzioni |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Gabriella Di Iullo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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