Social Network e nuova generazione
Definizione e manifestazione del bullismo elettronico
Ma vediamo adesso, più da vicino, il bullismo tradizionale.
Con bullismo si indica generalmente nella letteratura psicologica internazionale «il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico. In particolare con il termine bullismo si intende riunire aggressori e vittime in un'unica categoria».
Il bullismo deve presentare tre caratteristiche principali:
1. Intenzionalità: deve essere un’azione fatta intenzionalmente al fine di provocare un danno alla vittima;
2. Persistenza nel tempo: deve essere un’azione ripetuta nei confronti di un particolare compagno;
3. Asimmetria nella relazione: deve esserci uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione (bullo) e chi la subisce (vittima).
Esistono, in forma generale, due diversi tipi di bullismo: bullismo diretto e bullismo indiretto.
Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta, appunto, tra bullo e vittima e può essere:
- verbale: il bullo prende in giro la vittima dicendole continuamente cosa cattive o spiacevoli, minacciandola o chiamandola con nomi offensivi;
- fisico: il bullo colpisce la vittima con calci e pugni, molestie sessuali;
- psicologico: il bullo esclude completamente la vittima dal suo gruppo, o fa girare voci false sul suo conto;
- elettronico (o cyberbullying): il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat oppure la fotografa e le fa video in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non per questo meno pericoloso; tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola, per mezzo soprattutto del bullismo psicologico, con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.
Vari studi hanno messo in luce la relazione tra bullismo e variabili quali il genere e l’età. Tra i maschi la forma più diffusa è quella diretta, mentre tra le femmine (accenneremo più avanti il bullismo al femminile) prevale quella indiretta, che fa leva sulla parte più strettamente psicologica della vittima, dove con gli atti di violenza altrimenti non si arriverebbe (per questo motivo è detto anche bullismo psicologico)
Per quanto riguarda l’età si è visto che il fenomeno cresce in funzione dell’età, e raggiunge il picco tra la scuola media e i primi anni delle scuole superiori. Più i bulli sono “popolari” e più cresce il senso di isolamento e rifiuto sociale vissuto dalle vittime, aggravato anche dal loro silenzio e dalla paura nel denunciare l’aggressione subita. Ciò che blocca le vittime nel denunciare queste aggressioni e nel confidarsi con qualcuno è la paura della reazione dell’aggressore, il timore del rifiuto degli altri compagni e la convinzione di poterne uscire da soli, senza l’aiuto di nessuno. Spesso sono anche i genitori e il clima scolastico a far crescere questa barriera nelle vittime, con pesanti ripercussioni nel benessere psicologico e nell’autostima.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Social Network e nuova generazione
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Informazioni tesi
Autore: | Isabella Fusi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Consulenza pedagogica e coordinamento di interventi formativi |
Relatore: | Fabrizio Fornari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 153 |
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