Offerta Pubblica Iniziale (IPO) e quotazione in Borsa

Una società anonima decide di quotarsi quando ha l’esigenza di reperire con facilità capitali, per raccogliere le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo della propria attività d’impresa. Tale esigenza è soddisfatta grazie alla negoziazione dei titoli emessi e quotati in borsa, che sono rappresentativi del capitale sociale nel caso di azioni (ordinarie o di risparmio), oppure sono titoli di debito nel caso delle obbligazioni41 (con obbligo di rimborso generalmente posto a medio-lungo termine). L’emissione dei titoli può essere attuata da società già presenti sui mercati, con azioni conosciute dagli investitori, ovvero da società non quotate. In questo ultimo caso la società dovrà predisporre un’offerta pubblica iniziale (IPO): con l’obiettivo di una diffusione più ampia possibile dei propri titoli fra gli investitori, si svolge un’offerta al pubblico dei prodotti finanziari destinati alla quotazione. Inoltre è necessario presentare domanda a Borsa Italiana, per ottenere il provvedimento d’ammissione alla quotazione dei titoli proposti tramite la suddetta offerta al pubblico. Il successivo ingresso sul mercato permette la negoziabilità dei titoli oggetto dell’offerta, favorendone il collocamento. La quotazione porta vantaggi alla società, non solo per la maggiore facilità di trovare investitori pronti a credere nel suo progetto d’impresa, ma anche per la superiore visibilità che le attività esercitate avranno, in ragione dell’effetto pubblicitario, derivante dalle informazioni messe a disposizione dei mercati borsistici. Si può così ricorrere alla Borsa per avere a disposizione ingenti capitali e finanziarsi a condizioni più vantaggiose, dato che un investitore è meglio disposto ad impegnare i suoi capitali in un’operazione dalla quale può uscire con la grande facilità permessa dalle Borse. La società quotata ha quindi un costo del capitale minore rispetto alle sue concorrenti non quotate, alle quali l’investitore chiede una maggiore redditività (“premio di liquidità”), visto il maggior rischio connesso alla più difficile negoziabilità dei titoli. La decisione di ricorrere al mercato può avere motivazioni di diversa natura. Per esempio la Fiat, nel 1986, realizzò un ingente aumento di capitale per il finanziamento di investimenti utili ad affrontare una grave crisi del settore automobilistico. Alla fine degli anni ‘90 l’operazione Olivetti – Telecom ha dimostrato come la quotazione in borsa possa essere determinante anche per la crescita di una società, mediante l’acquisizione di altre aziende (in questo caso il gruppo Olivetti ha emesso azioni ed obbligazioni convertibili per un altissimo valore economico, con lo scopo di lanciare un’opa per il controllo di Telecom Italia). I vantaggi della quotazione, però, non sono solo per la società, ma raggiungono anche i soci-azionisti, i quali possono così contare su un flusso continuo di informazioni sull’andamento della società nella quale hanno investito. Inoltre la gestione societaria è sottoposta a maggiori controlli ed a regole di trasparenza più rigorose (sopratutto emerge con forza il controllo da parte della Consob)