«Das ist natürlich nur eine Umschreibung der Wahrheit». L'autobiografia nell'opera di Albert Drach

Albert Drach si sveglia nella stanza in cui Kucku si è addormentato, e il testo in cui si sveglia si intitola Das Beileid: non c’è modo migliore di quello usato da Eva Schobel per raccontare questo passaggio da un testo all’altro. Un passaggio che è anche un importante evento simbolico: si potrebbe dire che Kucku muore alla fine di Unsentimentale Reise per resuscitare poi nell’opera presa qui in esame, e vedremo ora perché.
Das Beileid. Nach Teilen eines Tagebuchs pubblicata nel 1993 per la Droschl, è un’opera dalla struttura molto particolare: Drach aveva tenuto negli anni immediatamente successivi alla guerra (tra il 1946 e il 1948) un diario personale. Questo romanzo sembra esserne una sorta di rielaborazione, almeno fin dove esistono delle annotazioni, a cui si aggiungono però riflessioni personali e ricordi più articolati. La prima parte è la meno elaborata dal punto di vista estetico, la particolarità è ancora questa sorta di sdoppiamento del narratore e protagonista: il narratore racconta al lettore ciò che legge nel diario scritto da lui stesso anni prima. È questa un’operazione assolutamente evidente: innanzi tutto per l’uso di un passato che si capisce non essere così recente come può esserlo quello di un vero e proprio diario, e poi per il fatto che di alcune annotazioni non ricorda i particolari, o non riesce a decifrarne esattamente il significato. Inoltre in alcuni punto del diario ci sono delle poesie, che, composte in quel periodo, confluiranno poi nella raccolta intitolata Ermordungen.
Le prime pagine spiegano la situazione e accennano ad alcuni precedenti che sono poi la parte finale di Unsentimentale Reise, in particolare il ballo a cui ha accompagnato Sybille (personaggio che qui mantiene il nome fittizio che aveva nel romanzo precedente) e il suo amore disilluso. Siamo dunque a Nizza, dopo la fine della guerra, dove si suppone che Drach trovi un modo per tornare alla normalità di una vita che è miracolosamente riuscito a salvare. Ma la perdita di quell’amore equivale per lui alla perdita di ogni possibilità di continuare a vivere, perché con Sybille, afferma Drach, se n’è andata da lui anche la sua anima. Tanto che come abbiamo visto si addormenta dopo aver lasciato, evidentemente in modo intenzionale, il gas acceso. Uno scherzo di cattivo gusto, ci viene spontaneo dire: se tanto ha faticato nel corso della sua vita per non essere arrestato dai nazisti e non morire nelle camere a gas, ora che la guerra è finita e lui salvo, tenta di suicidarsi proprio attraverso il gas, e lo fa a causa di un amore non corrisposto. Si salva solo grazie all’intervento dell’amministratrice dell’abitazione in cui alloggia, ma per lui non è una vera salvezza, né una vera sopravvivenza: ritorna alla vita normale sì, ma a suo dire come fantasma. In qualche modo allora un passaggio tra vita e morte c’è stato, ma proprio come un fantasma non riesce a morire completamente e rimane ancora legato a quella vita che aveva vissuto finora e che era già deciso a voler abbandonare.