Teoria e pratica della guerriglia urbana in America Latina

Il nuovo modello rappresentato dalla guerriglia urbana, che catalizzerà la nostra attenzione nei capitoli seguenti, coincide soltanto con l’ultimo stadio nella battaglia per le riforme sociali e la piena indipendenza nel continente latinoamericano. Le prime forme di lotta armata furono rappresentate dalle guerriglie rurali di ispirazione fochista.
La Rivoluzione cubana si verificò in particolari condizioni che permisero ai guerriglieri della Sierra Maestra di abbattere il regime di Batista in pochissimo tempo, meno di due anni e mezzo, e di conquistare il pieno potere. Castro infatti, poté contare sul supporto della quasi totalità della popolazione, anche di quelle classi borghesi che erano stanche del malgoverno prodotto dal regime. Dalla sua Batista, oltre che non poter contare sul suo popolo e sul sostegno dei nordamericani, non possedeva un apparato militare efficiente che cadde in poco tempo sotto gli attacchi dei guerriglieri.
Le prime insurrezioni che si verificarono nei diversi stati del continente a seguito del successo della vicenda cubana ebbero, però, vita breve e non produssero gli stessi risultati.

Il problema principale nell’applicare la teoria fochista consisteva nella difficoltà di assicurarsi il sostegno della popolazione. Il fatto di perseguire sin da subito la strada della violenza non favorì la creazione di una base di appoggio presso le comunità contadine restie alla rivoluzione che abitavano le zone in cui si svolgeva l’azione delle guerriglie, le quali venivano prontamente individuate dagli efficienti apparati di contro-guerriglia e represse. Nel periodo 1960-1967, infatti, si erano formati ed erano stati subito debellati più di una ventina di fuochi insurrezionali, tra questi anche il fallito tentativo di Che Guevara in Bolivia che portò alla sua cattura ed esecuzione nel 1967 da parte di un’azione congiunta delle forze di sicurezza locali e di reparti speciali statunitensi. I ripetuti fallimenti delle guerriglie rurali portarono alcuni di questi gruppi alla consapevolezza di dover cambiare strategia se volevano avere una qualche possibilità di sopravvivere.
Dunque dalla fine degli anni Sessanta diversi teorici rivoluzionari si focalizzarono sul trovare un’alternativa valida per ridare vigore alla guerra di guerriglia ormai incapace di produrre un qualche cambiamento rilevante.
È da queste premesse che si sviluppa la strategia della guerriglia urbana, ovvero lo spostamento della guerriglia nel contesto della grande metropoli. Infatti in America Latina, più che in altri continenti, a seguito della crescente urbanizzazione, la grande città era diventata il fulcro della vita politica e sociale del paese nella quale si concentrava la maggior parte della popolazione nazionale.