Le origini, le attività e la contabilità dei Banchi Pubblici Napoletani
Dalla fede di deposito alla fede di credito
L'uso di titoli rappresentativi dei depositi e trasferibili con semplice girata era già diffuso a Napoli ai tempi dei banchieri privati, ma la fede di credito come titolo negoziabile e girabile, surrogato della moneta, fu (come già specificato) invenzione dei Banchi Pubblici Napoletani a partite dalla seconda metà del secolo XVI.
Inizialmente le fedi di credito erano dette fedi di deposito e solo i Banchi Pubblici avevano la facoltà o il privilegio di tenere banco e di emettere le fedi in cambio delle somme depositate nelle loro casse.
Nel 1580 si era diffusa tra i banchi pubblici una cattiva abitudine, cioè, quella di rilasciare, ai depositanti che volevano prelevare il loro denaro o fare un pagamento presso un altro Banco, una bancale, "polizza", pagabile da un altro Banco, il quale a sua volta rilasciava una polizza pagabile da altro Banco e così via, ciò suscitava le lamentele dei clienti e negozianti.
Per risolvere questo problema la prammatica del 29 ottobre 1580 istituì che qualora le bancali fossero spiccate su un banco diverso da quello dove c'era il deposito dovevano essere pagate da quest'ultimo, senza possibilità di rinvio ad altri Banchi, o meglio come esprimeva il documento, il pagamento non poteva essere girato ad altro Banco.
Quindi la girata, ovvero la cessione di un titolo di credito tramite una firma apposta sul retro del titolo dal girante a favore di un altro soggetto detto giratario, non poteva essere fatta e non era un requisito della bancale, fede o polizza anche se era già praticata come attestano le numerose polizze del Monte della Pietà del 1573.
Nel caso dei luoghi pii solo quando diventarono Banchi Pubblici poterono emettere fedi di credito con tutte le caratteristiche proprie di questi titoli.
Alla fondazione il luogo pio aveva una cassa di deposito, indispensabile per la sua attività istituzionale.
La cassa di deposito, cominciò col tempo, a soddisfare anche le esigenze dei terzi e si ebbero così le fedi di deposito giudiziario, le fedi di deposito semplice e le fedi di deposito vincolato.
In realtà le fedi di deposito giudiziario esistevano già prima che l'ordine regio del 1590 prescrisse che il deposito giudiziario avesse luogo nelle casse del Monte delle Pietà o degli Incurabili, infatti, è una fede di deposito giudiziario, la bancale del Monte della Pietà del 23 dicembre 1569, il secondo dei documenti più antichi di cui oggi si dispone.
In essa si dice che Pietrantonio Jasio deposita 60 ducati, da liberarsi a Federico Tomacielli, a saldo di 120 ducati, per quattro annate di censo che il Tomacielli, in contraddittorio con tale Giovanna d'Ajerbo, pretende su un fondo sito in Pozzuoli di proprietà del depositante.
Dopo poco è nata la fede di deposito semplice, la quale attesta il mero deposito di denaro, quasi certamente per una più sicura custodia, da restituirsi a richiesta del depositante.
Questo è quanto si ricava da una fede emessa dal Monte della Pietà del 1572, attestante che alla data del 9 gennaio Portia Sanfelice deposita 1051 ducati e 2 grana.
Atti notarili di compravendite immobiliari, costruzioni di doti, acquisto di rendite ed altri atti che contenevano vincoli ad una certa data o il verificarsi di alcune condizioni per il compimento del pagamento, disponevano il deposito delle somme pattuite nelle casse dei luoghi pii con fedi di deposito vincolato.
Infatti in una fede del Monte della Pietà del 26 Novembre 1573, indicava che Andrea de Carluccio depositava 305 ducati, un tari e 13 grana, da pagarsi a Geronimo de Palo, allorquando a mezzo di notaio gli avrà retrovenduto una rendita annua di 30 ducati.
Successivamente, il 21 luglio 1573, il Monte della Pietà rilasciava la prima fede di credito (divenuta poi madrefede), di cui si abbia conoscenza.
Il contenuto del documento indicava: " Noi protettori dei Sacro Monte facciamo fede tenere creditore lo magnifico Baldassarre Benadelli, di 214 ducati di cui 199 girati dal banco Mari e Grimaldi e 15 in contanti.
Con la facoltà (non espressamente dichiarata) di poter effettuare su essa fede prelevamenti e versamenti parziali fino all'estinzione delle somme depositate, ossia del credito, che ha luogo il 3 settembre 1574".
Un documento particolare dell'anno successivo (4 settembre 1574) rilasciato dal Monte della Pietà, era rappresentato da una fede di credito attestante l'avvenuto deposito da parte di Francesco de Ancora di 30 ducati, da pagarsi interamente al nominativo indicato "in piedi alla presente" (ovvero alla fede), con la restituzione della bancale.
Il 24 settembre 1574, seguì l'ordine del de Ancora di pagare la fede alla Casa Santa dell'Annunziata.
Il Monte aveva rilasciato un titolo che riconosceva l'avvenuto deposito da parte dell'intestatario, il quale aveva stabilito, la modalità di restituzione dello stesso ad un beneficiario da designare, ma non aveva rilasciato un titolo all'ordine, ovvero trasferibile tramite girata.
Solo quando il Monte ebbe la qualifica di Banco Pubblico, ebbe il permesso di rilasciare, in cambio delle somme depositate dai suoi clienti, la fede di credito, intesa come titolo all'ordine, cioê trasmissibile tramite girata.
Le fedi di deposito, sia semplici sia condizionate, continuarono ad essere emesse, anche dopo la diffusione delle fedi di credito.
Il rapporto giuridico che si poneva in essere in tutti i casi suddetti, era quello di un deposito irregolare.
Il Monte e successivamente il Banco, custodivano le somme depositate fino all'esito della controversia, o nel caso del deposito semplice, fino alla richiesta del depositante, o fino al verificarsi della condizione nel caso del deposito vincolato, o a disposizione del depositante e dei giratari nel caso della fede di credito, ma il Monte e successivamente il Banco, non erano tenuti a riconsegnare la specie del numerario ricevuto in deposito, bensì l'equivalente.
Nella sua ultima formulazione la fede di credito divenne un titolo di credito del tutto peculiare: poteva essere vincolato o condizionato, assorbendo così i requisiti delle fedi di deposito giudiziario e condizionate, e in più fungeva da mezzo di pagamento, essendo un titolo all'ordine.
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Le origini, le attività e la contabilità dei Banchi Pubblici Napoletani
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Cherillo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli studi di Napoli "Parthenope" |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economico-aziendali |
Relatore: | Stefano Coronella |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 199 |
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