I nuovi sistemi di negoziazione di strumenti finanziari introdotti dalla Direttiva MiFid

La Direttiva 2004/39/CE (Direttiva MiFid – Market in Financial Instruments Directive – o ISD2) rappresenta la prima risposta dell’ordinamento comunitario al fenomeno degli ATS. Attraverso, in particolare, le Direttive MiFid, rispettivamente 2004/33/CE e 2006/73/CE, quest’ultima entrata in vigore nel nostro Paese dal novembre 2007, si sono offerte nuove regole ad un settore che, nel mutare dei rapporti economici, vive una significativa trasformazione, dovuta segnatamente all’ingresso del risparmiatore in un tempio riservato per molto tempo ai soli investitori. Successivamente, l’entrata in vigore della seconda Direttiva MiFid è stata, nel nostro Paese, accolta e presentata come una risposta alla quale attingere per rinvenire concrete protezioni proprio per il nuovo protagonista del mercato finanziario: l’investitore – risparmiatore. Quindi, come ogni altra regola di derivazione comunitaria, anche nella Direttiva MiFid la finalità principale è la salvaguardia della concorrenza, sul presupposto che solo un mercato concorrenziale sia in grado di soddisfare le esigenze delle buone regole commerciale e quindi, come effetto riflesso, pure le istanze dell’investitore risparmiatore rispetto al mercato degli strumenti finanziari. Tale Direttiva rientra nel Piano di azione degli strumenti finanziari (di seguito FSAP7 dall’inglese Financial Services Action Plan) adottato dalla Commissione Europea nel maggio del 1999. Obiettivo ultimo del FSAP è quello di individuare regole europee uniformi ai fini della creazione di un level playing field per tutti i soggetti interessati a operare sul mercato. Questa è, infatti, la condizione necessaria per garantire e ottenere uno sviluppo equilibrato e sostenibile dell’exchange industry europea.