La voluttà funesta: elementi per una comparazione tra Fosca e Passione d'amore

Nella prefazione a Dal letterario al filmico: sistema del racconto di André Gaudreault, Paul Ricoeur afferma: Il pregio principale dell'opera è quello di porre il film in eguaglianza con la scena, nello stesso tempo in cui pone la scena in eguaglianza con lo scritto, affrancando in tal modo la critica cinematografica dalla tutela […] della critica letteraria che esercita, rispetto a essa, il diritto di primogenitura.

Sembra questa la chiave di lettura più valida per comprendere le riflessioni dell'autore. Corre però l'obbligo di precisare qui che, per il nostro lavoro di tesi, rivestono un interesse particolare soprattutto i capitoli nei quali Gaudreault si interroga su cosa sia il “racconto”, per poi confrontare il racconto “scritturale” con quello “scenico” (la rappresentazione teatrale) e dunque col racconto “filmico”; come afferma lo stesso studioso: Si tratterà innanzitutto di cercare di trovare il luogo che dovrebbe essere occupato dal racconto filmico in rapporto a quelle due altre forme narrative che sono il racconto scritturale e il «racconto scenico».

La scelta di partire da quella che definisce “narratologia delle origini” è per Gaudreault necessaria al fine di chiarire una serie di fraintendimenti, in primo luogo terminologici. Così diventa indispensabile prendere atto, secondo l'autore, della contraddizione insita nella coppia di nozioni mimesis/diegesis, segnatamente in riferimento alla presunta (in realtà fallace) interscambiabilità tra questi termini e, rispettivamente, la “rappresentazione” (o showing, per usare un termine anglossasone) e la “narrazione” (o telling).

Bisogna considerare il pubblico a cui si rivolgevano quei “testi” per i quali le due categorie mimesis e diegesis erano state coniate. Infatti: Mimesis e diegesis sono dunque categorie destinate ad applicarsi a un tipo di racconto orale che condivide con il racconto scritturale il fatto di essere anch'esso un racconto verbale, ma che se ne distacca radicalmente in quanto permette, grazie al suo eventuale aspetto «spettacolare», la nascita di una forma particolare di racconto, il racconto scenico.

Naturalmente, come Gaudreault si affretta a precisare: C'è una bella differenza […] tra la trasmissione di una storia tramite un narratore e la sua evocazione, di fronte a noi, da parte di personaggi in atto. Per tale motivo, la distinzione tra il processo sottostante al racconto scritturale e quello costituente il racconto scenico diventa fondante; e in questo ambito si inserisce la teoria di base nei riguardi del cinema:

Una delle ipotesi essenziali di questo libro è che il cinema sia riuscito a sviluppare un modo di trasmissione del narrabile che gli è del tutto peculiare, poiché combina allegramente e organicamente, con i propri mezzi, l'equivalente filmico dei due modi del racconto scritturale (la narrazione) e del racconto scenico (la mostrazione).