Israele e Palestina: gli accordi di pace da Oslo ad Annapolis. Fatti storici e prospettive future

L’accordo di “Oslo II” aveva riscosso una approvazione esigua in seno al parlamento israeliano, sollevando radicali opposizioni da parte del Likud di Benjamin Netanyahu e di altri gruppi politici:25 questi raggruppamenti vedevano nella concessione di un’estesa autonomia palestinese in Cisgiordania l’impossibilità di realizzare il loro ideale di “Eretz Israel” (“Terra di Israele”).26 L’esito più drammatico di tale politica di opposizione fu l’assassinio del primo ministro laburista Itzhak Rabin, a novembre del 1995, per mano di Ygal Amir, estremista della destra religiosa ultraortodossa.
La carica di primo ministro israeliano venne assunta dall’allora ministro degli esteri Shimon Peres, la cui linea di continuità sul piano negoziale si sarebbe manifestata, nel gennaio del 1996, con l’approvazione delle elezioni palestinesi per i membri e il presidente del Consiglio dell’autonomia,
previste da “Oslo I” e dal successivo accordo del 1995: ne risultò la vittoria dello schieramento politico di Al – Fatah,27 e l’avvio alla presidenza dell’ANP di Yasser Arafat.