Tutela del brevetto e competitività economica
Dal “brevetto” alla risorsa “Open Source”
Con riferimento all’importanza dell’innovazione per la crescita, in economia si è recentemente diffusa una visione alternativa a quella della tutela della proprietà intellettuale.
È partendo dalla tesi dei due economisti Boldrin e Levine (2008), enunciata nel primo capitolo, poter riuscire nell’intento di spiegare l’importanza di come una minore tutela della proprietà intellettuale, risulti necessaria per lo sviluppo e la crescita di un mondo ormai soffocato da restrizioni di ogni tipo.
L’open source (dal termine inglese che significa “sorgente aperta”) è la chiave di questo problema. Esso nasce dapprima nel mondo informatico, nel quale indica la “libera disponibilità” di un software nei confronti di eventuali sviluppatori. Più che disponibilità, si tratta della libera concessione del “ codice sorgente” (ovvero la chiave d’accesso al software) il quale consente agli utenti più esperti, di modificare a proprio piacimento e a seconda delle proprie necessità il programma. È importante però, non considerare il mercato delle risorse open source, come una scappatoia volta all’aggiramento del problema dell’acquisto o dell’utilizzo di un software o di una risorsa coperta da diritti di proprietario. Esso piuttosto, deve apparire come una vera e propria scelta di campo in favore della “libertà di circolazione” e dello scambio di idee, consentendo così una crescita comune, ovvero che non sia legata alla disponibilità economica. Tutto questo può andare in aiuto al sistema economico italiano ed internazionale, le nostre PMI potranno giovare e colmare deficienze tecniche attraverso l’utilizzo di strategie open source. Esso infatti risulta piacere alle aziende italiane e non, secondo una recente ricerca di “Accenture” sono oltre il 60 % le imprese che intendono investire in progetti per così dire a “ libero”. Oltre i due terzi delle imprese presenti in nazioni come Stati Uniti, Regno Unito ed Irlanda hanno anticipato l'intenzione di investire in progetti opensource. Quasi un terzo, delle società interpellate ritengono di essere in grado di migrare applicazioni "mission critical" a piattaforme di tipo opensource nel giro dei prossimi dodici mesi.
Ritornando a Boldrin e Levine, i due nel loro saggio “Struttura del mercato e dei diritti di proprietà nelle industri open source”, continuano a evidenziare quanto non sia necessaria per l’innovazione la presenza di potere di monopolio. Essi inoltre, parlano di “mercato del sistema operativo” affermando si tratti del classico esempio di mercato concorrenziale, caratterizzato dalla rinuncia volontaria del diritto d’autore e dei brevetti. Enuncia inoltre i successi avuti da Linux “sistema operativo open source per eccellenza” , appartenente alla piattaforma Unix, riesce a fornire software ed applicazioni senza nessun tipo di restrizione, a differenza di altri adibiti solo all’uso commerciale (vedi Open office, l’elaboratore testi concorrente di Microsoft Word). Il lungo saggio continua con l’avvalorare la tesi dell’open source, citando anche più volte Gaston Llanes, professore di Amministrazione Aziendale dell’università cattolica del Cile , interessato anch’egli interessato all’analisi delle motivazioni delle imprese commerciale che si affiancano all’open source. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Tutela del brevetto e competitività economica
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Informazioni tesi
Autore: | Dario Spagnolo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari |
Relatore: | Fabrizio Piraino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 75 |
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