Gli Stati Uniti in una nuova dimensione strategica: il ''cyber-space''

Nel cyberspace la guerra è asimmetrica: il basso costo e la facile reperibilità degli strumenti per operare nel cyberspace ha consentito di sviluppare capacità offensive e di intelligence a centinaia di stati, organizzazioni criminali e terroristiche in grado di costituire una minaccia, anche, per le grandi potenze, compensando in parte il deficit nell’armamento convenzionale che hanno rispetto a queste; ogni anno, centinaia di servizi d’intelligence di diverse nazioni e organizzazioni criminali penetrano nei networks di altre nazioni o di imprese private per sottrare informazioni preziose o conoscenze tecnologiche.

Gli stessi Stati Uniti, hanno registrato diversi atti di spionaggio informatico e cyber-attacchi a danni dei loro networks. Potenze regionali, piccoli stati o gruppi di terroristi o di insorti ben organizzati possono costituire una grave minaccia anche per una super potenza come gli Stati Uniti; nonostante il costo delle strumentazioni necessario sia ridotto, individuare le vulnerabilità delle reti e adeguare le proprie capacità offensive ai continui aggiornamenti dei sistemi difensivi dei networks richiedono un alto grado di organizzazione e competenza, che tuttavia, anche, piccoli stati e organizzazioni terroristiche possono sviluppare, per esempio comprando il servizio di hackers criminali professionisti.

Un altro elemento che rende possibile la guerra asimmetrica nel cyberspace è la possibilità per stati meno potenti o gruppi di terroristi di attaccare direttamente il territorio di una grande potenza, infliggendo danni, da molto lontano, per esempio, per destabilizzare l'opinione pubblica di quel paese. Un’altra caratteristica che può rendere appetibile in confronti asimmetrici l’utilizzo di questi attacchi non convenzionali è la difficoltà di attribuzione di un cyber-attacco (di cui parlerò tra poco), che svilisce la capacità di decisione e la velocità di rappresaglia della nazione vittima e aumentandone i margini di errore.

La stessa Cina ha sviluppato la sua dottrina d’Information warfare, nella quale le operazioni nel cyberspace svolgono un ruolo fondamentale, basandosi sul concetto di Unrestricted warfare (“guerra senza limiti”), incentrato su stratagemmi di guerra asimmettrica e su l'utilizzo di armamenti non convenzionali: questa dottrina strategica cinese, infatti, mira a compensare l’inferiorità nell’armamento convenzionale nei confronti degli Stati Uniti con la superiorità tecnologica e colpendo il nemico nei suoi punti deboli (e la dipendenza degli U.s.a dal cyberspace è uno di questi) con qualsiasi mezzo disponibile.