Álvar Núñez Cabeza de Vaca: il conquistatore-conquistato tra storia e finzione
Cronache della Conquista
Le due opere lasciateci in eredità da Álvar Núñez Cabeza de Vaca, tanto i Naufragios quanto i Comentarios (non scritti di proprio pugno, ma dettati allo scrivano Pedro Hernández), appartengono, sebbene qualche studioso del conquistatore di Jerez ne riconosca solo l'aspetto letterario, alla ricca tradizione delle Cronache della Conquista.
Lungi dall'essere meri resoconti che il conquistador faceva al sovrano, le cronache rappresentavano il "pegno di un non interrotto vassallaggio", un mezzo per far sì che il conquistatore, una volta immerso nelle fitte selve delle Americhe, non sfuggisse al controllo dei finanziatori della Conquista, decidendo di rivoltarsi contro il potere centrale, rappresentato dalla Corona.
Stando alla suddivisione degli scritti appartenenti alla storiografia della Conquista fatto dallo studioso argentino Walter Mignolo, i primi testi di questa tradizione sono le cosiddette cartas relatorias, alle quali appartengono il Diario di Cristoforo Colombo (Genova, 1451 – Valladolid, 1506), scopritore di un nuovo continente che riteneva erroneamente fosse Cipango, corrispondente all'odierno Giappone.
Le cartas relatorias assolvono il compito burocratico di fornire informazioni su quanto scoperto, ad esempio la posizione delle nuove terre, informazione complementare a quelle contenuta nelle mappe. Dell'Ammiraglio genovese sono andate perdute gran parte delle sue testimonianze scritte: rimangono solo alcuni estratti del Diario del primo viaggio (trascritti da Bartolomé de las Casas), e alcune lettere, tra le quali la Carta indirizzata allo scrivano Luis de Santángel e quella inviata al tesoriere Gabriel Sánchez. Convinto di essere giunto su di un arcipelago del continente asiatico, il navigatore genovese si premura subito di rendere conto ai suoi finanziatori della scoperta straordinaria. Il suo è un tono che si ritroverà nei successivi documenti relativi alla conquista del Nuovo Mondo, diari, memoriali, lettere, memorie, racconti di viaggio, ovvero un senso di meraviglia e di incredulità riscontrabile in chi ha scoperto una terra che ha tutta la parvenza di essere un nuovo Eden: la natura lussureggiante, fiumi talmente grandi da sembrare mari, una flora coloratissima e mai vista prima. Il mito dell'isola comprendente tutte le meraviglie del mondo, risalente alla mitologia greca, sembrava aver preso forma. Non manca di certo il riferimento all'oro, un argomento di certo molto più convincente per far interessare maggiormente i Reyes Católicos, tecnica questa che verrà utilizzata da tutta la pletora di cronisti che seguiranno. Scrive Colombo nel suo diario di bordo:
Entró en la barca y fue al río [...] donde iban los marineros a tomar agua para el navío, y halló que el arena de la boca del río, el cual es muy grande y hondo, era dice que toda llena de oro y en tanto grado que era maravilla, puesto que era muy menudo. Creía el Almirante que por venir por aquel río abajo se desmenuzaba por el camino, puesto que dice que en poco espacio halló muchos granos tan grandes como lentejas; mas de lo menudito dice que había mucha cantidad. [...] Puso por nombre el Almirante al río el Río del Oro [...] Entremedias hay otros muchos ríos grandes; en especial tres, los cuales creía que debían tener mucho mÁs oro que aquél, porque son mÁs grandes, puesto que éste es casi tan grande como el Guadalquivir por Córdoba.
Lo stesso farà Cabeza de Vaca nel capitolo IV dei suoi Naufragios:
Hallamos tambien muestras de oro. Por senas preguntamos a los indios, de a donde avian avido aquellas cosas. Senalaron nos que muy lexos de alli avia una provincia que se dezia Apalache, en la qual avia mucho oro: y hazian sena de aver muy gran cantidad de todo lo que nosotros estimamos en algo.
Questa realtà sconosciuta in tutti gli ambiti, la società indigena, la flora e la fauna, obbliga i primi conquistatori a creare una terminologia adatta per dare un'idea ai destinatari delle loro lettere di quello che avevano davanti ai loro occhi. Una soluzione molto semplice era quella di utilizzare termini spagnoli per indicare animali o frutti che avevano una qualche somiglianza con le proprie controparti europee, ad esempio: "piña" viene usato per denominare l'ananas, data la somiglianza del frutto tropicale con il cono prodotto dal pino, "lagarto" invece è impiegato per indicare il caimano, una lucertola gigante agli occhi degli spagnoli; quando la mancanza di riferimenti impedisce di conoscere l'ignoto con l'ausilio di ciò che è noto, i cronisti sono costretti a ricorrere a descrizioni minuziose o a utilizzare direttamente parole indigene, come cacique (capo tribù), tiburón (squalo) e canoa, che Antonio de Nebrija (Lebrija, 1441 - Alcalá de Henares, 1522) già nel 1495 inserisce nel suo Vocabulario del Romance al Latín.
Un altro esempio di Cartas de Relación (questo il titolo che con il quale l'editore Jacobo Cronberger le pubblica a Siviglia) sono le cinque lettere informative che Hernán Cortés (Medellín, 1485 – Castilleja de la Cuesta, 1547), conquistatore dell'impero azteco, invia all'imperatore Carlo V tra il 1519 e il 1526. Cortés, buon oratore e, nei momenti di ozio, autore di poesie, nei rapporti che invia all'imperatore dimostra una notevole padronanza dell'arte oratoria. In queste lettere, che compongono la Relazione della conquista del Messico, Cortés descrive il suo viaggio verso il Messico, il suo arrivo nella capitale dell'impero azteco, Tenochtitlan, e i fatti che avrebbero portato alla sua conquista. Dalle lettere emerge la meraviglia che la grande città azteca suscita nel conquistador: l'ubicazione (la città sorgeva su un'isola nel lago Texcoco) e lo splendore di Tenochtitlan, dotata di acquedotti, canali e ponti che la collegavano alla terraferma, non possono che impressionare Cortés. [...]
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Álvar Núñez Cabeza de Vaca: il conquistatore-conquistato tra storia e finzione
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Stefanutto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Federica Rocco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 79 |
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