Shen Congwen: tra antico e moderno

L’opera allegorico-satirica del 1928 I viaggi di Alice in Cina, contiene passaggi di spiccata critica sociale nei confronti di antiche usanze purtroppo ancora diffuse nella società cinese.
Nel capitolo 6, Alice ed il coniglio (descritto come un gentiluomo scozzese) incontrano in una città cinese un uomo affamato che ha tentato una falsa rapina a mano armata, reato punito con la morte, proprio per essere ucciso e porre fine alle sue sofferenze. Durante l’interrogatorio, l’uomo racconta la sua storia, dicendo che dopo aver mendicato per anni, aveva trovato un giornale e letto un articolo che lo aveva spinto a desiderare di morire. L’articolo, intitolato “Proposta di una facile soluzione per tutti i nostri compatrioti Cinesi che soffrono la fame”, conteneva il seguente suggerimento: uccidere tutti i figli di persone che soffrono la fame una volta compiuti i due anni d’età, lasciarli stagionare come prosciutti conditi con sale e pepe, e poi venderli alle classi più abbienti o agli stranieri interessati ai prodotti cinesi, avendo cura di salvarne alcuni per poter garantire la manodopera, le fanciulle schiave e le concubine ai ricchi cinesi. “Non è forse un ottimo piano?”, recita l’articolo; con questo metodo, infatti, tutti i cinesi che “predicano i principi di coesistenza e prosperità comune”, saranno contenti di spendere poco denaro per comprare la carne di bambini, a patto che essi siano ben vestiti e salati, con particolare attenzione alla pulizia. In chiusura, l’articolo recita: “However, if we are going to adopt this plan, before the market is fully developed, (since at first the supply will exceed the demand for this exotic food), we should reserve a certain number of supernumerary infants for child labor: in this manner the upper-class Chinese will be assured of their supply of concubines, slave girls, and prostitutes, and the foreigners will have no lack of boy-servants. Ay, this is indeed a most economical plan”.
In quest’opera giovanile, è esplicito il modo in cui l’autore utilizza il racconto di Swift come spunto per un'aspra critica nei confronti delle stragi di neonati compiute in Cina, così come nei confronti del commercio di giovani fanciulle vendute come concubine. L’opinione di Shen sulla Cina che emerge dalla storia è quella di una società cannibalistica, in senso metaforico ma anche reale.
Alla fine dell’opera, Alice viene portata in un mercato dello Hunan dove gli aborigeni Miao si recano ogni cinque giorni per vendere le loro giovani figlie a compratori Cinesi come prostitute e schiave. Qui vede una bambina di tre anni che mente riguardo alla sua età e canta canzoni per poter aumentare il suo valore monetario; alla fine suo padre la vende per dieci dollari. Alice, nonostante sia una ragazzina molto intelligente, non conosce la prostituzione e non riesce a capire perché le persone vogliano comprare delle bambine. Tutto ciò le risulta incomprensibile: non tanto il commercio di ragazzine, quanto lo scopo per cui vengono vendute: “Everyone has to eat; so you buy someone just to feed her? A little girl can only cry and do nothing else: could it be possible that some people, bothered by the lack of noise in their homes, buy a little girl just to beat her and torment her so that her incessant crying will make their homelife more interesting?”. A quel punto, Alice ne ha abbastanza della Cina e decide di tornare a casa.