Universalismo e Pluralismo in dialogo
Critica di Habermas a Rawls
L’atteggiamento di Habermas nei confronti dello Stato liberale è mutato nel corso degli anni e dello sviluppo del suo pensiero filosofico. In una prima fase del suo pensiero Habermas si dimostra piuttosto rigoroso ed intransigente non tanto in merito alla teoria liberale quanto proprio sulle ragioni che sottendono al consenso che sta alla base della democrazia liberale.
Sarà utile a tal proposito esaminare la critica mossa a Rawls e alla teoria del consenso per intersezione. Come è noto Rawls, nel proporre una teoria della giustizia neutrale nei confronti delle diverse dottrine comprensive, aventi ognuna una sua propria visione del mondo e concezione del bene, conferisce un ruolo di primaria importanza al “concetto per sovrapposizione”, cioè quella forma di consenso che risulta dalla parziale intersezione delle differenti visioni del mondo.
In altre parole Rawls nella convinzione di rendere giustizia al fenomeno del pluralismo inserisce nella sua teoria questo concetto di consenso per fare in modo che tutti i cittadini, senza rivisitazioni forzate della propria dottrina comprensiva, possano appoggiare i principi di giustizia nella sfera pubblica pur mantenendo ognuno, nella sfera privata, la propria personale visione del mondo. Habermas, a questo punto, si interroga circa il ruolo del consenso per intersezione: possiede esso una portata cognitiva in grado di apportare un effettivo contributo ai principi di giustizia o si esaurisce in una mera funzione strumentale di ordine pragmatico?
La risposta cui il filosofo tedesco giunge è la seconda: è, evidente infatti, che tutti i discorsi volti a legittimare i principi di giustizia sono già stati svolti all’interno della posizione originaria, dietro il “velo di ignoranza” e , pertanto, non è necessaria un’ulteriore giustificazione di essi. Se, infatti, tolto il velo di ignoranza fosse necessaria un’ulteriore conferma circa la giustezza dei principi di giustizia, a cosa sarebbe servito il modello della posizione originaria? A che pro il velo di ignoranza? In altre parole: se tutto potesse essere rimesso nuovamente in discussione, allora il velo di ignoranza e la posizione originaria si rivelerebbero perfettamente inutili e ridondanti.
Dunque, non essendo necessaria un’ulteriore giustificazione dei principi di giustizia, Habermas giunge alla conclusione che il consenso per sovrapposizione si riduce ad essere un indicatore della fattuale utilizzabilità nella società reale dei principi di giustizia già precedentemente scelti e giustificati. Ma non è tutto, il consenso per sovrapposizione, agli occhi di Habermas, soffre di un’altra importante carenza: non si fonda solo su motivazioni razionali, razionalmente giustificabili e universalmente accettabili ma accoglie in sé le motivazioni più diverse e, pertanto, anche non razionali e universalizzabili.
In altre parole: Rawls, per essere rispettoso del pluralismo, ammette che ognuno possa appoggiare i principi di giustizia pubblici su motivazioni personali attingibili da qualunque fonte: interesse personale, religione, ecc…
Questo brano è tratto dalla tesi:
Universalismo e Pluralismo in dialogo
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Informazioni tesi
Autore: | Samanta Airoldi |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Dottorato in Filosofia |
Anno: | 2012 |
Docente/Relatore: | Gerardo Cunico |
Istituito da: | Università degli studi di Genova |
Dipartimento: | Dipartimento di Filosofia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 132 |
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