Domande di socialità e riqualificazione urbana. Una mappa delle attività degli Spazi Sociali Autogestiti di Roma
Corsi e Laboratori
I corsi ed i laboratori sono attività aperte, non occasionali, che prevedono un’organizzazione sistematica al fine di costruire percorsi di formazione e acquisizione di abilità.
Tra i tipi di corsi e laboratori, i più diffusi sono dedicati variamente all’espressione artistica attraverso le discipline del teatro e della danza, le arti figurative e la musica. Inoltre, comuni sono i corsi dedicati a discipline orientali come lo yoga, il thai-chi e la meditazione, caratterizzati dall’attenzione per la consapevolezza del corpo e il benessere psicofisico. Altri corsi abbastanza diffusi riguardano invece l’alfabetizzazione informatica e la conoscenza delle risorse naturali attraverso laboratori di erboristeria. Alcuni spazi autogestiti svolgono invece corsi e laboratori peculiari, applicando la propria inventiva o potendosi avvalere di persone competenti in arti e discipline particolari.
Anche in questo caso, è probabile che l’assenza di tale attività in alcuni spazi autogestiti sia dovuta ad una mancata rilevazione. Inoltre, bisogna considerare che alcuni spazi autogestiti i quali, in base all’organizzazione dei dati, risultano non realizzare corsi e laboratori, al tempo stesso hanno attivato al loro interno Scuole popolari o lo Sport popolare: due attività che comprendono corsi e laboratori, come vedremo in seguito (par. 3.11 p.16; par.3.20 p.25). Potremmo supporre che esista una differenza tra i corsi e i laboratori basata sulla modalità di gestione della formazione: nel caso dei corsi si ha la presenza di un insegnante qualificato che trasmette le conoscenze in modalità frontale; i laboratori invece possono vedere la presenza di insegnanti che sostengono i partecipanti in una determinata attività pratica, applicando una modalità di interazione più orizzontale. Tale distinzione, tuttavia, potrebbe non essere netta e in alcuni casi la differente denominazione potrebbe invece derivare da un considerazioni simboliche e nominali. Al di là delle definizioni, sussistono comunque queste due possibili modalità di gestione dei percorsi formativi.
Gli insegnanti possono essere sia volontari, sia ricevere un compenso economico per le proprie prestazioni, in genere più simbolico che corrispondente al valore di mercato. Allo stesso modo, a seconda dello spazio sociale, l’accesso ai corsi può essere gratuito o sottoposto al pagamento di una quota di partecipazione che possiamo ritenere arrivi ad un massimo di 30-40 euro al mese. Si tratta di un costo di accesso in genere molto ridotto rispetto al prezzo di mercato. Inoltre, ove gli spazi autogestiti richiedono un pagamento per accedere a determinati beni o servizi, vige un certo livello di flessibilità. Ad esempio, una persona che non ha il denaro richiesto può essere esonerata dal pagamento, oppure non è raro che gli spazi organizzino una colletta per consentirle di accedere. Il risultato è la fruibilità di attività e percorsi di formazione per fasce della popolazione che avrebbero difficoltà ad accedervi al costo di mercato. In questo modo, lo spazio autogestito diviene una risorsa per il territorio a fronte di una domanda di opportunità accessibili di formazione.
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Domande di socialità e riqualificazione urbana. Una mappa delle attività degli Spazi Sociali Autogestiti di Roma
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Informazioni tesi
Autore: | Selene Greco |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione |
Corso: | Cooperazione Internazionale e Sviluppo |
Relatore: | Carmelo Lombardo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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