Il ruolo delle organizzazioni criminali nel traffico di esseri umani dall’Africa all’Europa. Il caso delle mafie nigeriane
Corruzione e criminalità nella politica nigeriana
La storia della Nigeria è caratterizzata fin dall’inizio da una gestione cleptocratica del potere. Soprattutto durante le dittature militari. Interesse pubblico ed arricchimento privato hanno cominciato a sovrapporsi pericolosamente tra fine degli anni ‘60 e gli anni ‘70, alimentate dal boom petrolifero e raggiungendo un apice con la presidenza di Shehu Shagari. Figure militari apicali degli anni ‘80 e ‘90 hanno raggiunto livelli di ricchezza che non possono essere spiegati con gli stipendi previsti per le forze armate.
Proprio quello petrolifero rappresenta ancora il settore maggiormente oggetto di pratiche corruttive e sinonimo di un ingente arricchimento privato per le cariche pubbliche di alto rilievo. È altamente probabile che tali cariche, solitamente il presidente della repubblica, il ministro dell’energia ed il direttore generale della Nigerian National Petroleum Company (NNPC), abusando del loro potere arricchiscano se stesse e i loro alleati, come già avvenuto in passato, con la complicità di grandi multinazionali dell’energia, tra cui l’italiana Eni.
Frodi commerciali, appropriazione indebita o diversione di fondi, tangenti, false fatturazioni, abuso d'ufficio e riscossione illegale di contributi, sono le forme tipiche che la corruzione assume in Nigeria, provocando effetti negativi non solo per l’economia ma per l’intera fiducia nelle istituzioni e nel potere, così alimentando la spirale corruttiva.
Le cause della corruzione in Nigeria sono quelle strutturali che in generale si possono ritrovare in ogni paese del mondo colpito da questo fenomeno. Secondo una distinzione di successo esse sono: la mancanza di prerequisiti politici, la radicata presenza nella società di codici di fedeltà e dipendenza; l’assenza di contrappesi al potere dello Stato determinati da altri attori sociali. Per quanto riguarda la prima causa, essa si riferisce all’esistenza di un sistema politico, stabile e riconosciuto, che molti paesi non hanno. Per quanto riguarda la Nigeria l’esistenza di un governo è indubbia, ma esso manca in tutto il paese di una piena legittimazione e di un pieno riconoscimento, mancando, in primis, un senso di unitarietà del paese.
Il secondo ordine di cause attiene alla preponderanza di sistemi tradizionali nella gestione del potere, che il più delle volte sono fondati su relazioni clientelari e familiari, all'appartenenza di determinati gruppi di potere. In Nigeria, come in tutti gli Stati africani, la presenza di codici tradizionali è alquanto rilevante, è ciò gioca un’importante influenza nella gestione del potere di uno Stato, specialmente quando le autorità formali non riescono sufficientemente ad imporsi, in conformità con quanto previsto dal precedente punto.
Il terzo ed ultime ordine di cause riguarda la presenza di attori, non espressione del potere pubblico, che possano bilanciare e contenere lo spazio di azione del governo. Secondo questa visione, che risponde ad un approccio liberale del rapporto tra Stato e società, lì dove i contrappesi al governo sono deboli, è più facile che si verifichino attività corruttive. Chiaramente, gli attori principali che possano controbilanciare l’azione del governo sono quelli economici che, orientati al profitto e seguendo le regole del mercato, risulteranno in teoria svantaggiati da pratiche corruttive. Tuttavia questo non è pienamente il caso della Nigeria, dove si è avuta una sostanziale sovrapposizione e convergenza di interessi tra settore pubblico e privato, consentendo notevoli opportunità di arricchimento per entrambi. Semmai, nel caso nigeriano il mancato contrappeso all’azione pubblica è dato dalla significativa assenza di un’azione proveniente dalla società civile, da soggetti rappresentanti interessi collettivi, che sono parecchio deboli nel paese, sia per via della repressione governativa e sia per via di scarsa capacità organizzativa.
Infine, per concludere la rassegna di questioni che ostacolano un effettivo sviluppo economico e sociale della Nigeria, vi è il tema della sicurezza, minacciata da vari soggetti criminali, da ultimo gruppi terroristici islamici. Tra questi, senza dubbio il più rilevante è Boko Haram, che opera nel Nord Est del paese, nella zona del lago Ciad, estendendosi anche in paesi vicini quali Niger, Ciad e Camerun. Il gruppo nasce negli anni 2000 intorno alle predicazioni del leader religioso Mohammed Yusuf, il quale promuoveva una visione della vita totalmente antioccidentale e si batteva per l’applicazione della Sharia. È nel 2009 che l’organizzazione comincia a dedicarsi ad azioni terroristiche in risposta ad una massiccia operazione della polizia contro la stessa organizzazione in occasione della quale ha perso la vita Yusuf. Al 2017 si calcola che siano stati più di 50 mila i morti causati da Boko Haram e circa due milioni e mezzo di sfollati interni nel Nord Est della Nigeria, configurandosi pertanto come un vero e proprio conflitto interno.
L’insieme dei fenomeni terroristici in Nigeria, il conflitto con Boko Haram, i conflitto nel centro del paese tra pastori fulani e altre etnie, l’insurrezione di gruppi armati nel Delta del Niger, sono causa non solo di gravi perdite umane per le zone interessate, ma rappresentano anche gravi ostacoli allo sviluppo e alla stabilità intero paese. Nello specifico, il governo centrale è costretto a impiegare notevoli risorse per il contrasto ai gruppi armati e per il tema della sicurezza, sottraendole alla crescita economica.
Nel complesso, frammentazione e tensioni etniche, elevata corruzione e minacce alla sicurezza provocate da terrorismo e insurrezioni armate sono tra i problemi principali della Nigeria, e tra le cause che ne minano la stabilità e lo sviluppo economico. Accanto a questi problemi di evidente percezione, però, ve ne è almeno un altro meno visibile e meno considerato, che tuttavia presenta profili di elevata gravità, anche in merito al traffico di esseri umani: questa è la criminalità organizzata.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il ruolo delle organizzazioni criminali nel traffico di esseri umani dall’Africa all’Europa. Il caso delle mafie nigeriane
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Carretti |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Geopolitica e Geoeconomia - XXXII Ciclo |
Anno: | 2019 |
Docente/Relatore: | Giuseppe Terranova |
Correlatore: | AntoniettaPagano |
Istituito da: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Dipartimento: | Scienze Politiche |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 192 |
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