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Valori, stereotipi e modelli di genere nella fiction per adolescenti

Corpi in opposizione: l’ideale estetico nei personaggi femminili

Corpi in opposizione: l’ideale estetico nei personaggi femminili
Abbiamo visto nel corso dei capitoli 4 a 5 che la bellezza rappresenta un valore per circa la metà dei personaggi analizzati e in particolare per le figure femminili. Nonostante dall’analisi dei valori questa dimensione non sia emersa come particolarmente importante, osservando le fiction nella loro interezza assume una luce diversa e diventa un elemento portante di gran parte delle narrazioni. Infatti se in “Merlin” e “Smallville”, fiction dedicate per lo più a un pubblico maschile, la dimensione estetica non è rilevante, in “Ugly Betty”, “Il mondo di Patty”, “My life as Liz” e “Greek. La confraternita”, dove le protagoniste sono prevalentemente ragazze, rappresenta un elemento cardine per lo svolgimento delle storie e la rappresentazione delle figure femminili in modo particolare. Le protagoniste di queste serie, anche se esprimono la loro contrarietà al modello stereotipato della femminilità snella, giovane e sessualmente attraente, sono comunque costruite in opposizione a tale modello, e quindi rientrano nello stesso frame. Quindi, nonostante rivendicano ed esprimono un diverso modello di femminilità, questo è rappresentato in opposizione a quello dominante: ragazze piuttosto bruttine contro ragazze molto belle. Così sembra che sebbene la bellezza non sia considerata un valore importante essa diventa la base sulla quale gli stessi personaggi (femminili) vengono costruiti, in un sistema di continue opposizioni. In questo modo, anche se velatamente, l’enfasi sul corpo femminile tende ad essere rafforzata piuttosto che realmente messa in discussione.
Parlando di estetica del corpo si parla dunque di moda, nella sua concezione più ampia, cioè «come rivestimento del corpo, che costituisce il terreno fisico-culturale in cui si realizza la performance visibile e sensibile dell’identità esteriore. Il rivestimento, l’abito, le decorazioni “creano” il corpo e lo forgiano insieme al mondo circostante» (Calefato 2009, p. 19). La moda è quindi intesa come sistema di significazione e di comunicazione che costruisce il corpo nella sua determinazione di genere. Perciò le rappresentazioni che le fiction veicolano sul corpo dei personaggi femminili è importante per capire quali sono i modelli sociali vigenti, legittimati o messi in discussione, perché costituiscono una parte del più ampio sistema dei media che riveste un ruolo fondamentale nel processo di costruzione sociale del corpo (Capecchi 2009). Questo perché riprodurre il corpo significa tradurre in immagini non semplicemente la sua realtà “naturale”, la sua fisiognomica. «I segni sul corpo divengono tratti fondamentali del corpo stesso» (Calefato 2009, p. 20) e possono quindi dirci molto sull’ordine del discorso dominante che veicolano. Dato che il corpo, nella nostra società occidentale, tende a divenire il principale indicatore dell’identità soggettiva (e di genere) e di “presentazione del self” (Goffman 1959) è utile discutere della sua rappresentazione all’interno delle fiction perché costituisce un modello per ragazze e ragazzi. Per comprendere meglio tali considerazioni presentiamo alcuni casi emblematici iniziando dalla protagonista della fiction “Ugly Betty”.
Betty è una ragazza appena diplomata, che vive nel Queens, un sobborgo di Manhattan popolato per lo più dalla minoranza ispanica (alla quale appartiene), con il padre, la sorella e il figlio di quest’ultima. È orfana di madre, che è morta quando lei era ancora piccola ma del quale conserva un vivo ricordo. Betty non è particolarmente bella: porta l’apparecchio odontoiatrico, gli occhiali, non è molto alta, si veste in modo piuttosto “superato”. Betty sembra così una loser: orfana, appartenete a una minoranza etnica e non molto piacente. Tuttavia accade una svolta nella sua vita che le fa subito assumere una luce “vincente”: viene infatti assunta come segretaria del capo di una importante rivista di moda statunitense, Mode. La questione di interesse è che Betty viene scelta non tanto per le sue capacità professionali quanto per il proprio aspetto fisico: il capo, Daniel, è infatti un “donnaiolo” che si porta a letto tutte le sue segretarie e così non è concentrato sul lavoro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Valori, stereotipi e modelli di genere nella fiction per adolescenti

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela Rossi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Giorgio Grossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 189

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