Glossario tratto da ''Il birraio di Preston'' di Andrea Camilleri
Coralità e ricchezza dei personaggi
Uno dei romanzi di Andrea Camilleri tra i più significativi dal punto di vista linguistico e sperimentale è sicuramente Il birraio di Preston, premiato, già alla sua uscita, da un grandissimo successo di pubblico.
Edito da Sellerio nel 1995 il romanzo, come tutti quelli di ambientazione storica, prende le mosse da un fatto realmente accaduto e documentato nella Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1875-1876), fonte inesauribile di “microstorie” da cui l’autore ha più volte preso spunto per la creazione dei suoi romanzi.
La vicenda dei delitti e dei tumulti seguiti alla prima teatrale dell’opera lirica Il birraio di Preston di Luigi Ricci, fortemente voluta dal prefetto Fortuzzi e aspramente avversata dalla popolazione locale, viene ripresa nel romanzo, con la differenza che il luogo dell’azione, nella realtà storica Caltanissetta, diventa Vigàta, e il nome dell’ottuso e odiato burocrate si trasforma in Bortuzzi. Il resto è pura invenzione, una fantasia che comunque non si discosta, come nel resto dei romanzi di Camilleri, dalla odierna realtà intrisa di ingiustizie e sopraffazioni.
L’“opera” camilleriana è ricchissima di personaggi, tanto da assomigliare essa stessa a una rappresentazione corale, tutti ben caratterizzati da un proprio modo di esprimersi e di agire: tante microstorie messe insieme a formare un romanzo che deve moltissimo all’esperienza teatrale dell’autore.
Tra tutti spicca il delegato di pubblica sicurezza Puglisi, incaricato di scoprire le dinamiche dell’incendio appiccato al teatro. L’uomo, acuto e intelligente, non lascia passare molto tempo prima di capire come sono andate davvero le cose: non si tratta di un incendio accidentale, come l’autorità vuole fare credere, bensì di un fatto doloso, provocato dal delinquente mazziniano Traquandi come gesto di sfida nei confronti del potere costituito.
Le conseguenze, però, sono gravi: tre morti e un imprecisato numero di feriti e ustionati. Il delegato, che verrà tragicamente ucciso, ha molti punti in comune con il commissario Montalbano, personaggio che nasce dalla penna di Camilleri nello stesso periodo.
Ad accomunarli, il fiuto (Puglisi viene assimilato a un cane cirneco), la capacità d’intesa con i compaesani, l’amore per le donne belle e di carattere, l’abilità nel modificare la realtà a fin di bene, un’idea personale e nobile di giustizia, i modi bruschi, l’idiosincrasia verso le istituzioni qualora si discostino dal conseguire il bene della popolazione.
Dalla parte diametralmente opposta rispetto al popolo e al delegato di pubblica sicurezza si pone l’autorità, qui rappresentata dal prefetto Bortuzzi che, per un capriccio personale, si intestardisce nel voler far mettere in scena per l’inaugurazione del nuovo teatro di Vigàta proprio l’opera, tra l’altro musicalmente mediocre e di scarsissimo successo, di Luigi Ricci.
Non a caso la decisione viene da tutti osteggiata, fino al boicottaggio, proprio perché proveniente dall’alto e di conseguenza vista come un’imposizione. A sostenere le trame del prefetto sono don Memè, gioviale e ambiguo mafioso di secondo ordine, e i famigerati e violenti militi a cavallo.
Ma tanti altri, come già accennato, sono i personaggi che a vario titolo intervengono nell’azione. Tra questi, ricordiamo da una parte i bizzarri membri del circolo cittadino “Famiglia e progresso”, tra cui il marchese Manfredi Coniglio della Favara che sembra uscito da Il Gattopardo, dall’altra tutti i comuni abitanti del paese.
A molte di queste figure Camilleri regala il nome di illustri scrittori siciliani: ecco che allora incontriamo il “parrino” Giovanni Verga, Nardo Sciascia, Cecè Consolo, Gegè Bufalino, Antonino Pizzuto, Peppino Mazzaglia.
Compare anche Turiddru Macca, protagonista della novella verghiana Cavalleria rusticana, figlio della “gnà” Nunzia in entrambe le opere. Un’altra impronta letteraria è resa dal nome dei capitoli. Ognuno di essi, infatti, riprende l’incipit di altrettanti romanzi famosi, ovviamente “sicilianizzati”.
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Glossario tratto da ''Il birraio di Preston'' di Andrea Camilleri
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Informazioni tesi
Autore: | Margherita Di Rienzo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Ugo Vignuzzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 270 |
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