Il contrasto al terrorismo internazionale e cooperazione giudiziaria nell'UE
Considerazioni introduttive: l’utilizzo anomalo della decretazione d’urgenza
In seguito ai recenti attentati di Parigi del 2015, ed in virtù della cooperazione Europea ed internazionale sinora trattata il legislatore italiano, conformemente agli aggiornamenti relativi a misure di prevenzione e di lotta al terrorismo poste in essere dalla Francia, Germania ed altri Paesi europei, ha adottato il Decreto Legge del 18 Febbraio 2015 n.7, coordinato con la legge di conversione 17 aprile 2015 n. 43, recante ”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione”.
Anzitutto un primo elemento discutibile sta nella scelta politica del tipo di fonte utilizzata per l’introduzione di misure preventive di contrasto al terrorismo: il decreto-legge.
Nel nostro ordinamento la fonte primaria del diritto è certamente la legge, atto prodotto dal Parlamento, organo titolare della funzione legislativa, e disposto nel rispetto dell’iter procedimentale scandito dalla Costituzione; il decreto - legge, al contrario, è un atto normativo a cui provvisoriamente si attribuisce “forza di legge”, prodotto dal Governo (organo al quale la Costituzione, in virtù del principio di separazione dei poteri, delega la funzione esecutiva), adottato in casi di necessità ed urgenza e che decade, con effetti ex tunc, se non convertito entro 60 giorni dalla sua pubblicazione.
Il decreto-legge dovrebbe essere l’eccezione alla regola che, invece, rappresenta l’ordinario procedimento di formazione legislativo, in virtù del quale le camere tutelano i principi democratici; in realtà sovente il Governo suole utilizzare lo strumento del decreto - legge per “accelerare” la macchina parlamentare ed ottenere in tempi brevi le soluzioni volute: le norme in tema di terrorismo internazionale si inquadrano perfettamente all’interno di tale realtà. L’intera regolamentazione italiana riferita al terrorismo non ha trovato origine nell’attività parlamentare nazionale: ruota sì intorno dinamiche legislative nazionali ed europee ma non vede queste come le principali protagoniste della fase genetica ed attuativa del settore in questione.
È evidente, infatti, che il legislatore nazionale sia stato obbligato a riprendere le fattispecie anti-terroristiche di matrice comunitaria presenti precisamente nelle decisioni-quadro 2002/475/GAI e 2008/919/GAI, le quali definiscono i reati terroristici, nonché i reati riconducibili a organizzazioni terroristiche o connessi ad attività terroristiche, e stabilisce le norme di trasposizione nei Paesi dell’UE. Tali norme disegnano un quadro comune, valido per tutti gli Stati Europei, in materia di contrasto al terrorismo anche internazionale.
Inoltre, seguendo le fasi evolutive della disciplina volta alla repressione del fenomeno qui trattato, si noterà che : l’art. 270-bis c.p., riferito alle associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale, è stato così disposto dal decreto-legge 374/2001 (convertito nella legge n.438/2001) a fronte del precedente attacco alle Torri Gemelle avvenuto lo stesso anno; che l’art. 270-sexies c.p., titolato «condotte con finalità di terrorismo», è stato introdotto in virtù del decreto–legge 144/2005 (convertito poi nella legge 155/2005) al fine di attualizzare la normativa i tema di terrorismo in seguito agli attentati di Londra di Luglio 2005; che, infine, è stata sempre una decretazione d’urgenza la via seguita dal legislatore nazionale per rispondere ai recenti attentati terroristici di Parigi (avvenuti nel 2015), avendo questi sentito come necessaria ed urgente l’esigenza di attuare nel nostro ordinamento la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n° 2178 / 2014 sui terroristi combattenti stranieri.
Nel corso di tutta la storia della disciplina normativa in materia terroristica si rileva, in definitiva, un costante ed eccessivo ricorso al decreto-legge, strumento che, per le sue caratteristiche intrinseche, è certamente carente di democraticità.
Sorge dunque un’importante riflessione, perfettamente esposta nelle parole di Cristina Gazzetta: «dovrà chiedersi sino a che punto tali misure possano trovare giustificazione nel difficile bilanciamento tra democrazia (intesa nel senso di garanzia delle libertà fondamentali) e stato di emergenza (inteso qui nel senso di momento di pericolo eccezionale che dovrà essere affrontato in tempi rapidissimi, anche in deroga ai principi dello stato di diritto costituzionalmente garantiti)».
La tendenza verso una politica più bellicistica che giurisdizionale si fa strada in tutta Europa: lentamente si avvia un processo contrapposto alla politica criminale ordinaria (in virtù della quale gli Stati sono autorizzati a poteri eccezionali solo in casi di guerra ed urgenza e nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo), teso a “normalizzare l’emergenza” del fenomeno terroristico e l’Italia non è estranea a quest’influenza.
Il legislatore italiano, lasciando l’intero settore alla mercé di discipline europee, internazionali e alla decretazione d’urgenza, ad oggi introduce strumenti di diritto penale che non trovano più la loro ratio nel principio di colpevolezza (ex art. 27 Cost.), bensì si ricollegano alla potenziale pericolosità di un “sospetto terrorista”.
Il risultato è che non solo si creano problemi di integrazione e di interconnessione delle disposizioni nel complessivo ordinamento italiano, ma è anche chiaro che questo sistema di recepimento, di normative extra-ordinem, ha letteralmente annullato il grado di autonomia della politica criminale italiana, rielaborata all’insegna della sicurezza europea ed internazionale.
Ciò detto, procediamo nell’analisi del Decreto Legge 18 Febbraio 2015 n.7, rivolgendo in particolare l’attenzione alle nuove fattispecie di reato in materia di terrorismo internazionale introdotte: “la persona arruolata”, “auto-addestramento”,” organizzazione di trasferimenti a scopo terroristico”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il contrasto al terrorismo internazionale e cooperazione giudiziaria nell'UE
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Giuseppina Maria Maggiore |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giuseppe Di Chiara |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 166 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi